Carlo Casini, testimone della vita contro la “cultura della morte”

Il fondatore del Movimento per la Vita è morto nella sua casa romana all’età di 85 anni. Forum famiglie: «Il suo impegno continuerà a vivere nell’opera di tanti protagonisti della Chiesa, della società e della cultura»

Un testimone della vita, una persona umile dal grande spessore culturale, un maestro che si è battuto contro la “cultura della morte”. È ricordato così Carlo Casini, fondatore del Movimento per la Vita, morto ieri, 23 marzo, nella sua casa romana. Aveva 85 anni e da tempo combatteva una battaglia contro la Sla. Figura chiave nel campo dell’associazionismo cattolico dal 1951, era nato a Firenze. È stato magistrato della Corte di Cassazione, parlamentare alla Camera dei deputati, parlamentare europeo, docente di diritto internazionale, di diritti umani e di bioetica al Pontificio Ateneo Regina Apostolorum di Roma.

«Aveva un sorriso accogliente e la capacità di mettere tutti a proprio agio», ricorda Maria Luisa Di Ubaldo, coordinatrice dei Centri di aiuto alla vita di Roma. È proprio attraverso i Cav, il braccio operativo del Movimento per la Vita – le cui redini da due anni sono passate a Marina Casini Bandini, figlia di Carlo -, che ogni anno circa 60mila donne, la maggioranza in attesa di un bambino, vengono assistite in vario modo. Dal 1975, anno in cui a Firenze è stato fondato il primo Centro, sono stati oltre 200mila i bambini aiutati a nascere dai volontari dei Cav per i quali Casini «nutriva un affetto sincero – prosegue Di Ubaldo -. Si interessava della vita di tutti, ci teneva che si sentissero parte di una grande famiglia e puntava molto sulla loro formazione».

A Roma Carlo Casini aveva inaugurato i primi 4 Centri (il Cav Palatino, il Cav Ardeatino, il Cav Talenti e il Cav Tiburtino). Autore di molte pubblicazioni in materia di diritti umani, giustizia, famiglia e bioetica, «aveva la capacità di usare un linguaggio comprensibile a tutti – dice ancora la coordinatrice dei Cav -. Declinava gli argomenti più ostici in maniera semplice, in modo che tutti potessero comprenderli e farli propri per metterli in pratica». Sempre circondato dalla moglie e dai quattro figli nelle battaglie per il riconoscimento dei diritti umani, «ha testimoniato con la sua vita quello in cui credeva, primo fra tutti il diritto a morire in modo dignitoso» conclude Di Ubaldo.

Il leader del Family Day Massimo Gandolfini aveva conosciuto Carlo Casini nel 1981 in occasione della campagna referendaria per tentare di fermare la legge 194 sull’aborto, entrata in vigore in Italia tre anni prima. «Per me è stato un maestro – afferma -. Ho imparato da lui non solo ad apprezzare e a sostenere i valori della vita e la difesa della vita, soprattutto quella nascente, ma anche il coraggio, la forza e la lealtà per portare avanti questi principi fondamentali. È stato un compagno di battaglie a favore della vita e contro la cultura della morte che sta avanzando nel nostro paese».

Il Forum delle associazioni familiari ha ricordato «l’impegno instancabile» di Casini e il suo «stile di vita e di azione in favore delle famiglie e della vita umana in tutte le sue molteplici forme e dimensioni, che continueranno a vivere e a ispirare l’opera di tanti politici, intellettuali, volontari e attori del mondo della Chiesa, della società e della cultura». Per Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, Casini è stato un uomo «coraggioso, proficuo e determinato nel suo impegno per un pieno sì alla vita. Ha dato un contributo fondamentale alla difesa della dignità della vita, a partire dall’embrione». Costanza Miriano, del comitato “Difendiamo i nostri figli”, ricorda Casini attraverso la sua pagina Facebook. «Chissà che festa in cielo oggi per Carlo Casini – scrive -. Sarà accolto dagli angeli, per tutti i bambini che è riuscito a salvare dall’aborto e per molto altro. È stato un uomo specialissimo, di una onestà incredibile, di una bontà commovente, che ha fatto tante cose buone di cui nessuno sa nulla. Spero che adesso dal cielo sia ancora più forte, riesca a intercedere, a bloccare le mani che stanno uccidendo bambini anche in questo tempo in cui quasi tutte le altre operazioni sono ferme».

24 marzo 2020