Carlo Acutis, «una vita donata»

Il cardinale Vallini lo ha proclamato beato il 10 ottobre ad Assisi. Il vescovo Sorrentino: «Sul suo esempio i giovani possano trovare la strada della gioia»

«Aveva il dono di attrarre e veniva percepito come un esempio». Sabato scorso, 10 ottobre, nella basilica di San Francesco ad Assisi il cardinale Agostino Vallini, legato pontificio per le basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli, ha proclamato beato il giovanissimo Carlo Acutis, morto a 15 anni per una leucemia fulminante, nel 2006. «Un ragazzo normale, semplice, spontaneo, simpatico: basta guardare la sua fotografia», lo ha definito. Un giovane che «amava la natura e gli animali, giocava a calcio, aveva tanti amici, era attratto dai mezzi moderni della comunicazione sociale, appassionato di informatica e da autodidatta costruiva programmi, come ha detto Papa Francesco, “per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza”».

beatificazione di Carlo Acutis, Assisi 10 ottobre 2020

Di Carlo, il porporato ha ricordato il «bisogno della fede» e «lo sguardo rivolto a Gesù», fino da bambino. «L’amore per l’Eucaristia fondava e manteneva vivo il suo rapporto con Dio – ha evidenziato -. Diceva spesso Carlo: “L’Eucaristia è la mia autostrada per il cielo”». Per questo «ogni giorno partecipava alla Messa e rimaneva a lungo in adorazione davanti al Santissimo Sacramento. Carlo diceva: “Si va dritti in Paradiso se ci si accosta tutti i giorni all’Eucaristia!”». Gesù, ha aggiunto Vallini, «era per lui amico, Maestro e Salvatore, era la forza della sua vita e lo scopo di tutto ciò che faceva. Era convinto che per amare le persone e fare loro del bene bisogna attingere l’energia dal Signore – ha continuato -. E in questo spirito era molto devoto della Madonna».

beatificazione di Carlo Acutis, cardinale Vallini, Assisi 10 ottobre 2020Nel cuore di questo adolescente che la Chiesa indica come beato, il desiderio «ardente» di «attrarre quante più persone a Gesù, facendosi annunciatore del Vangelo anzitutto con l’esempio della vita». Negli ambienti che frequentava, «toccava il cuore delle persone che incontrava, suscitando in esse il desiderio di cambiare vita e di avvicinarsi a Dio – ancora le parole del cardinale -. E lo faceva con spontaneità, mostrando col suo modo di essere e di comportarsi l’amore e la bontà del Signore». Carlo, ha aggiunto, «sentiva forte il bisogno di aiutare le persone a scoprire che Dio ci è vicino e che è bello stare con Lui per godere della sua amicizia e della sua grazia». E per questo si serviva anche dei mezzi di comunicazione sociale più attuali. Internet, in particolare, «che considerava un dono di Dio e uno strumento importante per incontrare le persone e diffondere i valori cristiani». Uno spazio «di dialogo, di conoscenza, di condivisione, di rispetto reciproco, da usare con responsabilità». In questa prospettiva positiva, ha evidenziato il legato pontificio, Carlo «incoraggiava ad usare i mass-media come mezzi a servizio del Vangelo, per raggiungere quante più persone possibili e far loro conoscere la bellezza dell’amicizia con il Signore. A questo scopo – ha ricordato – si impegnò ad organizzare la mostra dei principali miracoli eucaristici avvenuti nel mondo, che utilizzava anche nel fare catechismo ai bambini».

beatificazione di Carlo Acutis, cardinale Vallini, Assisi 10 ottobre 2020 beatificazione di Carlo Acutis, Assisi 10 ottobre 2020 beatificazione di Carlo Acutis, cardinale Vallini, Assisi 10 ottobre 2020

Una fede «eroica», la sua, che «lo portò ad affidarsi al Signore in ogni circostanza, specialmente nei momenti più difficili». Camminando sempre sul doppio binario della preghiera e della missione. Anche nella malattia che lo condusse alla morte. Carlo, ha affermato Vallini, «si abbandonò tra le braccia della Provvidenza e, sotto lo sguardo materno di Maria, ripeteva: “Voglio offrire tutte le mie sofferenze al Signore per il Papa e per la Chiesa. Non voglio fare il Purgatorio; voglio andare dritto in Paradiso”». Parole pronunciate a 15 anni, ha sottolineato il cardinale, che rivelano «una sorprendente maturità cristiana, che ci stimola e ci incoraggia a prendere sul serio la vita di fede».

Difensore della santità della famiglia e della sacralità della vita, il nuovo beato è «un modello di fortezza, alieno da ogni forma di compromesso, consapevole che, per rimanere nell’amore di Gesù, è necessario vivere concretamente il Vangelo, anche a costo di andare controcorrente». Di lui, celebrandone la beatificazione, il cardinale ha ricordato, ancora, la «grande carità verso il prossimo, soprattutto verso i poveri, gli anziani soli e abbandonati, i senza tetto, i disabili e le persone che la società emarginava e nascondeva. Carlo – ha detto – era sempre accogliente con quanti erano nel bisogno e quando, andando a scuola, li incontrava per strada si fermava a parlare, ascoltava i loro problemi e, nei limiti delle sue possibilità, li aiutava». Nelle altre persone «vedeva il volto di Cristo». Una vita «luminosa, tutta donata agli altri, come il Pane eucaristico», nella quale Carlo «ha portato il frutto della santità, mostrandolo come meta raggiungibile da tutti e non come qualcosa di astratto e riservato a pochi». Per il cardinale, «la sua vita è un modello particolarmente per i giovani»: un invito a «non trovare gratificazione soltanto nei successi effimeri ma nei valori perenni che Gesù suggerisce nel Vangelo, vale a dire mettere Dio al primo posto, nelle grandi e nelle piccole circostanze della vita, e servire i fratelli, specialmente gli ultimi».

beatificazione di Carlo Acutis, Assisi 10 ottobre 2020

La beatificazione di Carlo Acutis, ha concluso il cardinale, è «una buona notizia, un annuncio forte che un ragazzo del nostro tempo, uno come tanti, è stato conquistato da Cristo ed è diventato un faro di luce per quanti vorranno conoscerlo e seguirne l’esempio. Ha testimoniato che la fede non ci allontana dalla vita ma ci immerge più profondamente in essa, indicandoci la strada concreta per vivere la gioia del Vangelo. Sta a noi percorrerla, attratti dall’esperienza affascinante del beato Carlo, affinché anche la nostra vita possa brillare di luce e di speranza».

Parole di gratitudine da parte del vescovo di Assisi Domenico Sorrentino. «Oggi – ha detto – il Cielo si è fatto più vicino. Quell’autostrada eucaristica che Carlo amava percorrere in velocità per arrivare al Cielo, oggi egli l’ha percorsa in senso inverso per tornare a noi col volto raggiante di beatitudine». Il suo grazie è andato anzitutto al Signore, «che ha fatto cose tanto belle nella sua breve ma intensa vita»; a Papa Francesco «che ha fatto questo regalo alla Chiesa, riconoscendo in Carlo un modello di santità soprattutto per i giovani»; al cardinale  Agostino Vallini che ha presieduto la celebrazione. E ancora, ai genitori di Carlo, Andrea e Antonia, «che hanno accolto nella loro vita questo dono dall’alto, qual è un figlio per tutti i genitori, e hanno rispettato e assecondato il suo cammino di santità»; alla Chiesa di Milano, «che lo ha accompagnato nella crescita umana e spirituale»; alla postulazione e all’associazione “Amici di Carlo Acutis”. E poi ai vescovi delle Chiese umbre, alla fraternità del Sacro Convento, alle altre fraternità francescane e comunità parrocchiali di Assisi, alle autorità civili, alle forze dell’ordine, ai volontari, «per l’attiva collaborazione» e a tutta la comunità di Assisi, «nella quale Carlo è venuto a respirare la spiritualità di Francesco, trovando poi riposo con i suoi resti mortali nel santuario della Spogliazione».

beatificazione di Carlo Acutis, Assisi 10 ottobre 2020 beatificazione di Carlo Acutis, Assisi 10 ottobre 2020 beatificazione di Carlo Acutis, Assisi 10 ottobre 2020

Ad Assisi, ha osservato il presule, «per un disegno provvidenziale, Francesco e Carlo sono ormai indissociabili. Al di là delle distanze del tempo e della diversità delle figure, alcuni fili d’oro li uniscono. Il programma di vita di Carlo – essere sempre unito a Gesù -, il suo amore per l’Eucaristia, la sua devozione per la Vergine Santa, il suo farsi amico dei poveri, lo avvicinano alla spiritualità del Poverello. Entrambi ci invitano a vivere secondo il Vangelo». Quindi, il pensiero alla prova della pandemia: con l’intercessione di Carlo, «imploriamo il Signore, perché riduca i tempi di questa prova, così aspra per tutti, ma soprattutto per più poveri, sempre meno capaci di difendersi», le parole di Sorrentino. E proprio guardando ai poveri, «quasi come sigillo di gratitudine all’evento odierno», la Chiesa di Assisi, attraverso il santuario della Spogliazione, promuove due segni di carità: «Una mensa per i poveri e una iniziativa che guarda più lontano e che vuole essere di stimolo al rinnovamento della stessa economia: il “Premio internazionale Francesco di Assisi e Carlo Acutis per una economia della fraternità”. È – ha spiegato il vescovo – una piccola risposta all’enciclica “Fratelli tutti”». Infine, l’auspicio: «Voglia Gesù, con l’esempio di Carlo, aiutarci a prendere sempre più sul serio la fede. Soprattutto i giovani possano trovare la strada della gioia vera, vivendo le bellezze di questa terra senza smettere di guardare al Cielo».

12 ottobre 2020