Carlo Acutis e il modello di una santità «raggiungibile da tutti»

La testimonianza della mamma Antonia a Sant’Andrea delle Fratte, dove è stata svelata un’immagine del giovane beato. «Mi ha fatto comprendere la presenza del Signore»

«Era un passo davanti a tutti noi. Vedeva sempre prima di chiunque il bene che c’era negli altri e la presenza di Cristo e della Vergine in ogni aspetto della vita». È così che Antonia Salzano, madre del beato Carlo Acutis, ha ricordato suo figlio, in occasione dell’incontro-testimonianza nella basilica di Sant’Andrea delle Fratte tenutosi sabato scorso, 21 gennaio. «L’obiettivo della sua vita – ha raccontato – era di stare unito a Cristo ed ecco perché è riuscito a vivere nella grazie del Signore e a essere esempio per tante persone e giovani». Proprio ai molti ragazzi presenti, in una basilica piena di fedeli per l’occasione, Antonia Salzano ha regalato un Rosario basco con l’immagine di Carlo Acutis e con una delle sue frasi più ricorrenti: «Non io ma Dio». Salzano ha inoltre raccontato di essere stata, durante i primi anni di vita di suo figlio, lontana dalla fede «e scettica sulla presenza sostanziale di Cristo nell’Eucaristia». Fu proprio Carlo a farle «comprendere la vera presenza del Signore, soprattutto perché non rimaneva mai indifferente davanti a una Chiesa o a un tabernacolo». Uno dei tanti insegnamenti del beato, raccontati durante l’incontro-testimonianza, è stato infatti quello «del doversi sentire fortunati a vivere al giorno d’oggi, perché Carlo era convinto della fortuna di avere una chiesa in ogni angolo delle nostre città e quindi poter avere Cristo sempre presente».

Il giovane, proclamato beato da Papa Francesco nel 2020, viene da molti indicato come il possibile futuro patrono di internet. E proprio il suo essere «immerso nelle cose moderne e il suo essere precoce» è stato raccontato da mamma Antonia. Carlo, infatti, iniziò a leggere molto presto, in particolare la Bibbia, e fece la prima comunione a sette anni, «dopo attente valutazioni episcopali. Glu fu concessa grazie alla sua preparazione sui sacramenti e sulle Scritture». Rispondendo alle domande dei ragazzi, la mamma ha raccontato anche «il rapporto speciale di Carlo» con la basilica di Sant’Andrea delle Fratte, dove la Vergine apparve nel 1842. «Innanzitutto – ha spiegato – avendo vissuto anche a Roma, si recava spesso qui. Poi ci teneva molto alle apparizioni mariane e alle frasi che la Madonna ha lasciato all’umanità», ha aggiunto, tanto da farci costantemente ricerche e studi. Tra questi, l’attenzione per la medaglietta della Madonna miracolosa, che «sul retro ha due cuori. Questo ci fa capire, come ripeteva sempre Carlo, l’importanza tanto di Cristo quanto della Vergine nel nostro cammino di salvezza».

Una testimonianza, quella di Antonia Salzano, «che ci fa riscoprire, toccando direttamente con mano, la bellezza di Cristo attraverso una persona che lui ha eletto a esempio», ha osservato il parroco di Sant’Andrea delle Fratte, fra Giacomo D’Orta. «Ascoltare queste parole è un momento di cristiana letizia per la comunità parrocchiale e romana». L’incontro di sabato è inoltre stato l’occasione per svelare un’immagine del beato Acutis che sarà d’ora in avanti esposta all’interno della chiesa. Una figura «raggiungibile da chiunque», ha sottolineato la mamma nel suo racconto. Carlo infatti «non è stato fatto beato per un miracolo – ha spiegato -, perché i miracoli non sono mai merito delle persone, seppur sante, ma solo e sempre di Cristo. Semmai – ha evidenziato – beati e santi sono tali per gli esempi che danno e per aver vissuto le virtù secondo il Vangelo». Una vita, come amava dire il beato Acutis, vissuta come una mongolfiera, da far innalzare con il fuoco della preghiera e gettando via le zavorre dei peccati.

23 gennaio 2023