Carlassare: in Sud Sudan pace fragile, si vive ancora la croce

Il primo vescovo della diocesi di Bentiu, eretta da Francesco il 3 luglio 2024, missionario nel Paese dal 2005, racconta a Missio Roma le sfide ancora aperte

Evangelizzazione, istruzione, giustizia e pace, promozione di uno sviluppo sostenibile che rispetti l’ambiente e la dignità umana. Per far fronte a queste sfide il Sud Sudan non ha bisogno solo di aiuti materiali ma anche di chi vuole testimoniare «Gesù Risorto in una situazione in cui ancora si vive la croce». È l’appello lanciato da monsignor Christian Carlassare, primo vescovo della nuova diocesi di Bentiu eretta da Papa Francesco il 3 luglio scorso.

Missionario comboniano in Sud Sudan dal 2005, il presule, in occasione dell’ottobre missionario, ha rilasciato una video testimonianza pubblicata sul sito dell’Ufficio diocesano per la cooperazione missionaria tra le Chiese. Nonostante l’accordo di pace firmato nel 2019, il Sud Sudan vive «un momento di transizione» segnato da continui rinvii elettorali. C’è tanta insicurezza e si teme che il conflitto «sia sempre dietro le porte – spiega il vescovo -. La pace è molto fragile soprattutto perché non c’è pace sociale. Nel Paese c’è grande povertà, mancanza di servizi, corruzione». Una situazione aggravata dalle recenti alluvioni che hanno devastato i campi, rendendoli inutili sia per l’agricoltura che per l’allevamento, settori fondamentali per l’economia.

L’erezione della nuova diocesi, sottolinea il presule, «è un segno di vicinanza della Chiesa a questo territorio e a questa popolazione particolarmente colpita dal conflitto e dalla marginalizzazione di un Paese che fa fatica a riconoscere la stessa dignità a tutti i gruppi». La coabitazione di gruppi etnici storicamente in conflitto, come Nuer e Dinka, all’interno di un’unica diocesi, è «un segno per tutto il Paese».

La diocesi ha 7 parrocchie per una popolazione di un milione e duecento mila persone, di cui circa 400mila cattolici. Sette i preti diocesani, due le comunità religiose: i Missionari comboniani e i frati Cappuccini. Per operare però – rileva ancora Carlassare – la comunità ecclesiale ha bisogno «non solo di risorse materiali ma soprattutto di risorse umane, di persone pronte a dare la vita e cooperare per questa missione».

8 ottobre 2024