Caritas Roma contro la violenza di genere

Il quinto quaderno della collana “Sguardi” pubblicato in occasione della Giornata internazionale della donna. Il direttore Trincia: «Un duro lavoro ci attende sul piano della formazione»

Martina, 20 anni, accolta insieme alla bambina neonata in una casa protetta della Caritas di Roma dopo essere fuggita dalle violenze del compagno e della sua famiglia. Asma, 40 anni, del Bangladesh, fuggita con le figlie di 17 e 9 anni per salvarle da un futuro di segregazione e violenze. Rosa, 58 anni, con problemi di salute mentale, abusata e violentata, finita in strada a causa di un compagno tossicodipendente. D. B., protetta internazionale di origine africana, subisce violenze da un uomo a cui si era legata per non vivere in strada. Sono cinque storie di violenza sulle donne e violenza domestica che gli operatori della Caritas diocesana raccontano nel nuovo quaderno di formazione “Violenza di genere nella fragilità sociale. Promuovere la speranza attraverso la tutela sociale e legale”, quinto numero della collana “Sguardi”. Un approfondimento – pubblicato in occasione della Giornata internazionale della donna – che, insieme alle storie di vita, presenta l’evoluzione normativa per contrastare la violenza sulle donne, le misure di sostegno, i contributi e il patrocinio gratuito, le strutture e i percorsi riabilitativi. Una sezione, curata dall’Associazione Bancaria Italiana, riguarda la violenza economica sulle donne.

«C’è un lungo cammino da fare, un duro lavoro che ci attende sul piano della formazione culturale per una conversione dei rapporti tra uomo e donna, tra generi, tra adulti e bambini, tra giovani e anziani, che abbia come obiettivo quello di crescere nella consapevolezza dei nostri limiti, dei nostri modi di pensare e di agire», scrive Giustino Trincia, il direttore della Caritas diocesana di Roma, nell’editoriale che apre il quaderno. «Rispetto al tema violenza di genere – prosegue -, la principale urgenza è quella di contrastare l’indifferenza, oltre al silenzio, cioè la propensione a voltarsi dall’altra parte. Per un credente e per una comunità è un grave peccato di omissione non intervenire nei modi e nei tempi giusti».

La violenza di genere riguarda tutte le fasce sociali ma spesso rimane ancora nascosta tra le sofferenze delle vittime. La persistenza e l’aumento del fenomeno porta a considerazioni su una tendenza regressiva, primitiva, dove l’istinto prevale sulla razionalità e il silenzio della società legittima tacitamente la perpetrazione di tale crimine. I provvedimenti legislativi adottati negli ultimi anni hanno riconosciuto la violenza di genere come una violazione dei diritti umani e, nell’ordinamento italiano raggiungono la loro efficacia applicativa con l’introduzione della normativa oggi nota come Codice Rosso con il quale non solo vengono istituite delle corsie prioritarie e accelerate per i casi di violenza contro le donne, ma vengono introdotti nuovi reati, tra cui la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.

Ciononostante, l’iniziativa legislativa di riforma deve improntarsi a grande tutela ma soprattutto a interventi preventivi efficaci. Si è infatti constatato che l’inasprimento delle pene non vede diminuire come ci si attenderebbe il numero dei casi di violenza. Il Servizio di Assistenza Socio Legale di Caritas (Nalc) costituisce un valido osservatorio a cui fare riferimento nell’esame di tale fenomenologia.

10 marzo 2025