Caritas Italiana e Caritas Lazio, preoccupa la questione giovanile

L’incontro annuale alla Cittadella di Caritas Roma. De Donatis: «La libertà del cuore ci aiuta ad essere aperti». Soddu: «Essere cerniera tra la società e la comunità»

«Avere la capacità di stare sul pezzo, una carità in atto, anche quando non si hanno soluzioni o ci si si sente impotenti. Solo così possiamo esercitare il ruolo che ci spetta: essere cerniera tra la società è la comunità, capaci in incarnare la Parola di Dio». Così don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, ha sollecitato gli operatori delle Caritas diocesane del Lazio nell’incontro annuale che la delegazione regionale organizza con l’organismo della Cei.

Oltre settanta rappresentanti delle Chiese laziali si sono incontrati a Roma ospiti della “Cittadella della Carità – Santa Giacinta” alla presenza di monsignor Gino Reali, vescovo di Porto-Santa Rufina e delegato regionale per la carità. Ad aprire i lavori, con la preghiera nella chiesa della Cittadella, è stato l’arcivescovo Angelo De Donatis, vicario del Papa per la Diocesi di Roma. Il presule ha invitato a «non cadere nella tentazione di ricondurre la realtà dentro i propri schemi, perché il mondo che ci circonda è sempre più grande delle idee che abbiamo nella testa».

Per il vicario «è la libertà del cuore che ci aiuta ad essere aperti». De Donatis ha concluso la sua meditazione leggendo uno scritto di don Andrea Santoro nel quale il missionario martire in Turchia, paragonandosi a un foglio bianco da scrivere e a creta da modellare, afferma: «Signore, accetto di essere di nuovo a zero, accetto quello che vuoi tu, tutto per la gloria di Dio».

Il confronto tra gli operatori regionali e i rappresentanti di Caritas Italiano ha riguardato i diversi ambiti di lavoro dell’organismo. In particolare, nel documento introduttivo, monsignor Cesare Chialastri, direttore della Caritas di Velletri-Segni e incaricato del Lazio, ha indicato cinque priorità. «La questione giovanile – ha detto -, sia per nell’ambito educativo che per l’inserimento socio-lavorativo, è l’aspetto che desta maggiore preoccupazione. A parte qualche esperienza di formazione al volontariato, dalle diocesi non emergono proposte concrete per i giovani».

Altro aspetto su cui le Caritas si interrogano è quello di un progetto di formazione unitaria, soprattutto per gli aspetti spirituali, coinvolgendo anche gli altri organismi pastorali. Ampio spazio è stato dato ai temi dell’accoglienza di migranti e rifugiati che, con progetti diversi – Sprar, ricollocamento, minori non accompagnati, evacuazione umanitaria e assistenza sanitaria – riguardano quasi tutte le diocesi della regione. Si è discusso anche del sostegno alla Caritas di Rieti e dei progetti futuri per le popolazioni terremotate, dopo la fase della prima emergenza. «Le due leggi del 2017 per il contrasto alla povertà e per il riordino del terzo settore – ha concluso don Soddu – hanno modificato lo scenario di riferimento delle Caritas e ci interrogano a forme nuove di servizio ai poveri».

31 gennaio 2018