Caritas: povertà in aumento nella Capitale

Presentato il rapporto relativo al 2018. I centri parrocchiali hanno accolto 6.103 persone, soprattutto donne, oltre il 50% italiane, mentre quelli diocesani 15.046 utenti, prevalentemente uomini, il 60% dei quali extracomunitari

Disparità di reddito, povertà, invecchiamento, dipendenze. Fattori in forte crescita a Roma. Dall’istantanea scattata dalla Caritas diocesana emerge una Capitale sempre più fragile, nella quale la povertà assume aspetti anche imprevedibili. Non solo disoccupazione, dipendenze, redditi esigui e disomogenei, disturbi mentali ma anche forme di “barbonismo domestico”, anziani soli che trasformano le proprie abitazioni in luoghi di accumulo con gravi conseguenze igienico sanitarie. Il rapporto “La povertà a Roma: un punto di vista”, giunto alla seconda edizione e curato dalla Caritas, mette in luce un mondo sommerso e nascosto ai più ma ben noto ai migliaia di volontari che quotidianamente svolgono attività nei 145 centri d’ascolto parrocchiali e nei tre diocesani.

Presentata questa mattina, martedì 15 gennaio, nel corso di una conferenza stampa nella Cittadella della Carità “Santa Giacinta”, l’indagine è suddivisa in due parti. La prima analizza la realtà socioeconomica di Roma, dove tra il 2011 e il 2016 hanno chiuso oltre 16mila imprese, e caratterizzata da marcate disuguaglianze. La seconda raccoglie focus dedicati al tema degli stranieri, degli anziani, del disagio mentale, delle dipendenze il cui scopo non è quello di far risaltare le ombre della città ma individuare possibili strategie evolutive. Dalle 180 pagine emerge una mappa reddituale fortemente disomogenea. Se nel II municipio l’utile individuale medio dichiarato è pari a 40.530 euro l’anno, nel VI è di 17.053 euro. Il 51,3% dei residenti dichiara fino a 15mila euro l’anno. Inoltre la Capitale invecchia costantemente: in ogni municipio risiedono circa 10mila over 65 con un reddito inferiore agli 11mila euro, per un totale di 146.941 abitanti.

Nella Città Eterna negli ultimi 10 anni le famiglie in cui lavora un solo componente sono aumentate del 47,8 %; circa 92.790 quelle prive di stipendi. L’Ufficio statistico di Roma Capitale stima in oltre 125mila i nuclei familiari con minori e un reddito sotto i 25mila euro. La disoccupazione giovanile è aumentata di circa 10 punti percentuali; un quarto dei romani tra i 18 e i 29 anni è disoccupato. I contratti a termine o di collaborazione riguardano il 51,6 % dei giovani tra i 25 e i 39 anni impedendo ad oltre la metà dei ragazzi di fare progetti a lungo termine. Quelli che non studiano e non lavorano, i cosiddetti Neet, mortificati da un iter scolastico fallimentare e da un mercato del lavoro che ha come unica certezza l’instabilità, sono 134.556. Dai Centri d’ascolto è emerso che i poveri più giovani sono figli di famiglie travolte dai debiti. I centri parrocchiali hanno accolto 6.103 persone, soprattutto donne, oltre il 50% italiane, mentre quelli diocesani 15.046 utenti, prevalentemente uomini, il 60% dei quali extracomunitari. Alle parrocchie chiedono un lavoro (60%) e un sostegno per pagare l’affitto (61,3%).

Dalla seconda parte del rapporto emerge che la popolazione straniera residente nel territorio di Roma Capitale è pari a 385.621 persone, il 75% dei quali proviene dalla Romania. Caritas non nasconde la preoccupazione per un sistema di accoglienza per i migranti forzati, i richiedenti asilo e i rifugiati piuttosto inefficiente, con i rischi di «un ulteriore rallentamento del percorso di inclusione» legati al decreto Sicurezza. Secondo i dati del ministero dell’Interno al 30 giugno 2018 nel Lazio i destinatari di misure di accoglienza sono 14.289; di questi il 29% è assegnato a un centro di Roma Capitale (2.218 ai Cas e 1.990 agli Sprar). Per quel che riguarda i minori non accompagnati, la Caritas di Roma promuove tre strutture di prima accoglienza, dove i ragazzi dovrebbero rimanere circa 50 giorni, e 2 strutture di seconda accoglienza,che li accompagnano fino al compimento dei 18 anni. L’auspicio è che l’accoglienza avvenga attraverso vie sicure e legali e che venga data possibilità di ricongiungimento a quanti ne hanno diritto. Caritas suggerisce inoltre di promuovere nel Paese di accoglienza campagne di informazione sulle reali condizioni di vita e di migrazione affrontate dai minori, sulle motivazioni al viaggio, sugli ostacoli affrontati e sulle risorse che essi possono rappresentare per il nostro Paese.

Nel capitolo “Le dipendenze” il rapporto mette in evidenza che nel 21% dei casi le persone chiedono aiuto alla Caritas per uscire dal tunnel della droga, dell’alcol o dell’azzardo. Dipendenze che per la Caritas romana sono strettamente correlate al bagaglio culturale. Tra le persone incontrate oltre il 62% dei tossicodipendenti ha la licenza media inferiore, il 50,7 % tra gli alcolisti, il 44,5% tra i giocatori incalliti. In aumento il numero di anziani che autogestiscono cure a base di psicofarmaci in maniera autonoma e rischiosa. Il consumo di alcolici aumenta invece tra gli adolescenti di 16-17 anni e gli ultra 65enni. La ludopatia è una dipendenza ormai incontrollabile entrata prepotentemente nella quotidianità dei giovanissimi romani. Il consumo lordo pro capite è 1.890 euro, con un incremento negli ultimi 10 anni del 95%. Oltre 20mila le slot machine installate sia in pubblici esercizi sia in sale dedicate esclusivamente all’azzardo.

15 gennaio 2019