Caritas Libano: «Le parole del Papa ci hanno commosso»

A parlare è il presidente padre Michel Abboud: «Francesco è vicino al nostro Paese, vuole proteggerlo. Il suo appello ci dona forza e speranza»

«Il Papa è vicino al Libano». Il presidente di Caritas Libano padre Michel Abboud commenta con queste parole, all’Agenzia Sir, l’appello pronunciato ieri, 2 settembre, da Papa Francesco al termine dell’udienza generale, dedicato al suo Paese. Parole che «ci donano forza e speranza – afferma -. Vedere le foto in cui tiene in mano e bacia la bandiera libanese ci commuove. Il bacio significa amore  e questo ci dice che il Libano è nel cuore di Papa Francesco. È un amore che vuole proteggere tutto quello che il Libano rappresenta e che il pontefice ha ricordato: “Un luogo di tolleranza, di rispetto, di convivenza unico nella regione, un messaggio di libertà, un esempio di pluralismo tanto per l’Oriente quanto per l’Occidente”. Ci conforta sapere che il Papa non vuole che questo patrimonio vada disperso».

Al Sir padre Abboud traccia anche il quadro della situazione del Paese, minacciato da una grave crisi. «Una crisi economica, politica e adesso anche civile e sociale dopo l’esplosione al porto di Beirut e prima ancora per il Covid-19. Bene ha fatto il pontefice allora a incoraggiare tutti i libanesi a ritrovare le forze e le energie necessarie per ripartire – osserva – e a chiedere ai politici e ai leader religiosi di impegnarsi con sincerità e trasparenza nell’opera di ricostruzione, lasciando cadere gli interessi di parte». In seguito all’esplosione del 4 agosto scorso al porto di Beirut, ricorda, «tanti cristiani hanno perso case, lavoro, chiese, scuole. Tutto il centro cristiano della Capitale è stato colpito e distrutto. Le parole del Papa sono per noi motivo di speranza. I cristiani sono una componente importante di questo Paese e, insieme ai musulmani, offrono una bella immagine di convivenza al mondo».

Ancora, il presidente di Caritas Libano si sofferma sull’invito rivolto dal Papa a pastori, vescovi, sacerdoti, consacrati, consacrate, laici a «stare vicino ai nostri fedeli nella povertà, dando esempio di povertà e di umiltà». Un invito, assicura, che «accogliamo con grande impegno. Da parte nostra, anche come Caritas – aggiunge -, continueremo a condividere con tutti i poveri e i bisognosi quello che abbiamo. È in questa missione e in questo servizio che si gioca il futuro del Libano e dei suoi abitanti». Riguardo alla giornata universale di preghiera e digiuno per il Libano, indetta per venerdì prossimo, 4 settembre, padre Abboud si dice certo della «adesione di tutti i libanesi, non solo cristiani». Per oggi intanto, 3 settembre, è in programma l’arrivo nel Paese del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, che porterà la vicinanza e la solidarietà di Papa Francesco. «Come Caritas abbiamo organizzato per questa sera una Messa con tutti i nostri volontari. Venerdì ci recheremo nel luogo dell’esplosione, al porto di Beirut, per pregare per tutte le vittime insieme al cardinale Parolin e al nunzio apostolico  in Libano Joseph Spiteri».

3 settembre 2020