Caritas: in un anno di guerra assistite oltre 5,3 milioni di persone

I dati sugli aiuti forniti in Ucraina e nei Paesi vicini, presentati in conferenza stampa da Caritas internationalis. «Accompagniamo le persone prima, durante e dopo una crisi»

Oltre 5,3 milioni di persone sono state assistite dalla Confederazione Caritas in Ucraina e in tutti i Paesi vicini – ovvero Polonia, Romania, Moldavia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Bulgaria e Ungheria – dall’escalation del conflitto in Ucraina, il 24 febbraio 2022. Una rete di aiuti presentata ieri, 22 febbraio, in una conferenza stampa organizzata da Caritas internationalis, con padre Vyacheslav Grynevych, segretario generale di Caritas-Spes Ucraina, e Mila Leonova, responsabile delle relazioni esterne per Caritas Ucraina. Il co-amministratore temporaneo di Caritas Internationalis Amparo Alonso Escobar ha parlato di un numero di servizi forniti nell’ultimo anno «davvero impressionante». Tuttavia, ha aggiunto, «ciò che la Caritas offre è molto di più dell’assistenza. Accompagniamo le persone prima, durante e dopo una crisi. Vogliamo continuare questo lavoro. Vogliamo dare quel senso di speranza e calore alle persone che soffrono in Ucraina».

Nel Paese sotto attacco le due Caritas locali – Caritas Ucraina e Caritas-Spes Ucraina – hanno offerto assistenza umanitaria a un totale di 3 milioni di persone. Sono stati forniti circa 3,7 milioni di generi alimentari e non alimentari (NFI); sono stati offerti 637mila rifugi; sono stati forniti 192mila servizi di assistenza sanitaria e psicosociale; sono stati garantiti 377mila servizi di protezione; sono stati distribuiti oltre 1,5 milioni di articoli sanitari e igienici (WASH); e 107.600 persone hanno ricevuto assistenza in denaro. «Ogni giorno, ogni volontario e ogni dipendente Caritas-Spes offre il proprio cruciale contributo per salvare le persone, e non siamo soli in questo – ha affermato il segretario generale di Caritas-Spes Ucraina padre Vyacheslav Grynevych -. Sentiamo fortemente il vostro sostegno ogni giorno. La guerra è sempre una tragedia. Ma allo stesso tempo, abbiamo capito che non siamo soli. Camminate con noi in questa Via Crucis che dura da 365 giorni, e sappiamo che non ci lascerete soli in futuro». Padre Grynevych ha invitato tutti ad unirsi, il 24 febbraio, alla preghiera della Via Crucis organizzata da Caritas-Spes Ucraina “La 366esima stazione”, alle 19 (ora CET), che sarà trasmessa in streaming online sul canale Youtube di Caritas internationalis.

A parlare per Caritas Ucraina, Mila Leonova, responsabile delle relazioni esterne. «Abbiamo molte cicatrici, ma nella nostra anima non siamo vittime», ha detto riferita alle morti, alle ferite, alle case distrutte, ai traumi psicologici. «Rimaniamo sulla nostra terra, proteggiamo le nostre famiglie, tuteliamo ciò che abbiamo creato con le nostre mani. E tutto ciò che stiamo imparando ora – la solidarietà, la coesione sociale, l’aiuto reciproco – crea una buona base di stabilità per il futuro – ha aggiunto -. Perché in futuro, quando dovremo ricostruire il Paese dalle rovine, sarà ancora più difficile, e avremo bisogno di tutta la nostra forza per percorrere il lungo cammino che abbiamo dinanzi a noi».

Nella prima settimana del conflitto, tra le persone in fuga dall’Ucraina circa 77mila si sono messe in viaggio per raggiungere il confine polacco, accolti da collaboratori e volontari Caritas nelle “Tende della speranza”, con cibo e bevande calde, medicinali, articoli per l’igiene, vestiti caldi e un posto dove riposare. A oggi, Caritas Polonia ha consegnato oltre 15,7 milioni di pasti caldi e generi non alimentari; ha fornito servizi di protezione a circa 255mila beneficiari; dato riparo a 176mila persone; sostegno sanitario e psico-sociale a 64mila; oltre 7.287 i bambini che hanno ricevuto servizi educativi.

Caritas Romania ha attualmente sei centri di servizi sociali per i rifugiati provenienti dall’Ucraina a Bucarest, Baia Mare, Cluj, Iasi, Oradea e Sighetu Marmatiei. Ad oggi, circa 11.900 beneficiari hanno ricevuto cibo e articoli non alimentari; 2.700 hanno ricevuto prodotti per l’igiene; 2.600 hanno trovato un alloggio; 2.500 hanno ricevuto servizi di protezione; e 537 beneficiari hanno ottenuto servizi di istruzione. In Moldavia, l’assistenza umanitaria si è concentrata geograficamente nella capitale Chisinau e dintorni, dove sono giunti e hanno trovato ospitalità molti rifugiati. Caritas Moldavia ha fornito servizi di protezione a 135mila beneficiari; 34.300 hanno ricevuto generi alimentari e non; 22.600 hanno ricevuto assistenza sanitaria e psico-sociale; 10.900 hanno ottenuto un riparo; 2.700 articoli di lavaggio.

Nell’ultimo anno, Caritas Slovacchia, attraverso la sua rete diocesana, ha fornito a 66.100 persone generi alimentari e non e a 36.500 persone articoli per l’igiene personale; 7.900 beneficiari hanno ricevuto servizi di istruzione e 3.400 servizi di protezione; a 890 persone è stato assicurato un riparo e 140 hanno ricevuto servizi di assistenza sanitaria e psicosociale. E ancora, dallo scoppio della guerra, Caritas Repubblica Ceca ha fornito a 13.300 beneficiari generi alimentari e non; a 8.830 persone servizi di protezione; a 4.500 persone articoli per l’igiene; a 1.170 persone sostegno sanitario e psico-sociale; a 1.000 servizi educativi; e a 150 persone sostegno per l’alloggio. Attualmente, un obiettivo della Caritas è quello di trovare alloggi permanenti in appartamenti invece di soluzioni temporanee per le famiglie, nonché un’occupazione permanente per garantire che i bambini possano frequentare la scuola in loco. Caritas Bulgaria ha concentrato i suoi sforzi per soddisfare le esigenze di base dei rifugiati e degli sfollati e a oggi, ha fornito a 13.700 beneficiari servizi di protezione; a 3.600 persone generi alimentari e non ; a 1.350 persone assistenza sanitaria e psico-sociale; a 870 persone un alloggio e a 640 persone servizi educativi. Sin dall’inizio del conflitto, Caritas Ungheria ha fornito servizi di supporto presso i punti di assistenza ai confini del Paese e a Budapest, oltre ad assistenza per l’affitto, voucher e accesso ai servizi economici e sociali.

Ora, a un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina, la confederazione Caritas chiede ulteriore solidarietà alla comunità internazionale, a sostegno dei tanti sfollati che cercano di ricostruire le loro vite, dopo la distruzione delle loro case e città. «Apparteniamo alle comunità che serviamo e continueremo a portare quel senso di speranza, calore e umanità alle persone che soffrono a causa dei disordini in Ucraina», ha assicurato Alonso Escobar.

23 febbraio 2023