Caritas, emergenza povertà: fondo Covid e pacchi viveri

Raddoppiato il numero degli utenti negli Empori. Il direttore don Ambarus: «Non cali il contagio della solidarietà. In questo momento ognuno deve fare la sua parte»

Un’emergenza nell’emergenza. Se la curva dei contagi da coronavirus scende lentamente, si impenna quella della povertà. Il blocco del settore lavorativo e del comparto economico a causa della pandemia di Covid-19 sta richiedendo uno sforzo notevole al volontariato e al terzo settore per rispondere alle svariate necessità delle famiglie. «In questo momento ognuno deve fare la sua parte», è l’appello lanciato da don Benoni Ambarus, direttore della Caritas diocesana di Roma, il quale auspica che «non cali il contagio della solidarietà altrimenti diminuirà il numero di persone disposto a prendersi in carico un crescente numero di famiglie bisognose».

Tra gli strumenti che l’organismo pastorale sta introducendo in queste settimane per aiutare i più vulnerabili, c’è «un primo stanziamento del fondo Covid – le parole di don Ambarus -. Un “cerotto sociale” che passa attraverso la rete delle parrocchie, per il pagamento delle bollette, delle spese sanitarie e di qualche mensilità dell’affitto». In campo anche una squadra di consulenti per spiegare come presentare le domande per i buoni spesa, per i contributi di affitti, per la rinegoziazione dei mutui. È possibile trovare un’esemplificazione dei documenti anche sul sito di Caritas Roma. «A breve – prosegue il sacerdote – partirà in videoconferenza una formazione specifica rivolta a sacerdoti e operatori dei centri di ascolto sulle misure messe in atto da governo, Inps, Regione Lazio e Roma Capitale».

Passiamo ai numeri. Massimo Pasquo, responsabile dell’Area Caritas per la Promozione umana, spiega che a pochi giorni dal “lockdown” sul territorio diocesano sono stati attivati 11 presìdi per lo stoccaggio di beni acquistati o ricevuti da donatori e dal Comune, destinati all’approvvigionamento di 150 parrocchie operative nella distribuzione di pacchi viveri. A oggi sono già stati distribuiti oltre 60mila euro di merce. L’utenza è quasi triplicata e la distribuzione, prima del virus fatta ogni 15 giorni, ora è settimanale. «I presìdi si riempiono e si svuotano molto velocemente – dichiara -. Basti pensare che in un mese sono giunte oltre 2.200 nuove segnalazioni di nuclei familiari o cittadini singoli che necessitano di aiuto. Si tratta di persone che avevano lavori precari o in attesa delle casse integrazioni non ancora erogate». Pasquo evidenzia che «sta emergendo la criticità della comunità filippina, dalla quale sono giunte 500 segnalazioni in 15 giorni». Al momento, fa eco Giuliana D’Alessio del coordinamento dei presidi territoriali, «a questa comunità sono stati consegnati oltre 200 pacchi in una settimana». Per entrambi «l’emergenza sociale avrà un lungo impatto sui cittadini e necessita di risposte urgenti».

Nessuno, quindi, torna a casa a mani vuote; c’è chi riceve il pacco viveri, chi nuove tessere per accedere ai 5 empori solidali della Caritas (Cittadella della Carità – Santa Giacinta, Spinaceto, Trionfale, Montesacro, Marconi) dei quali è responsabile Paolo Galli. Anche qui il numero degli utenti, in maggior parte italiani, è più che raddoppiato in tutte e cinque le strutture, che grazie ai volontari, «zoccolo duro della Caritas», hanno ampliato giorni e orario di ingresso e quantitativo di prodotti distribuiti. «Fino ai primi di marzo, per esempio, nell’emporio della Cittadella, attivo 4 giorni a settimana, accedevano 60/70 persone al giorno – dice Galli – mentre solo martedì scorso sono state accolte 150 persone. Al momento i prodotti ci sono grazie all’iniziativa “Carrello sospeso” e anche alle donazioni di grandi aziende multinazionali del settore alimentare ma la situazione resta drammatica. Sosteniamo anche giostrai e circensi».

Ora l’auspicio del direttore Ambarus è quello di «riuscire a rendere effettiva al più presto la distribuzione dei buoni spesa facenti capo alle realtà Coop che saranno a disposizione delle famiglie numerose (dai 3 figli in su). Fino a questo momento i romani sono stati generosi nei confronti dei più fragili ma servirà uno sforzo straordinario di tutta la città. I bisogni aumenteranno e la forbice si allargherà sempre di più. È necessario mantenere alta l’attenzione verso la raccolta alimentare e le donazioni finanziarie perché quell’esercito di persone che viveva di piccoli lavoretti o che lavorava in nero ha bisogno non solo di mangiare, ma di vivere dignitosamente».

4 maggio 2020