Carcere: sale a 72 il numero di suicidi nel 2024. L’ultimo a Regina Coeli

A togliersi la vita, un detenuto di 50 anni, italiano, arrestato meno di un mese fa per maltrattamenti in famiglia. È il secondo suicidio in carcere nell’arco di 12 ore

«50 anni, italiano, tratto in arresto il 25 agosto scorso per maltrattamenti in famiglia, ha deciso di farla finita e verso le 6.45 è stato rinvenuto impiccato nella sua cella del carcere romano di Regina Coeli. A nulla sono valsi i soccorsi. È il secondo detenuto suicida in 12 ore, il 72° dall’inizio dell’anno. A queste morti, vanno aggiunti i 7 appartenenti alla Polizia penitenziaria che si sono tolti la vita nel 2024. Una strage senza fine e senza precedenti che certifica, ancora una volta, il fallimento più totale del sistema carcerario».

A parlare è Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria, che fa il punto della situazione. «Con 1.168 detenuti a fronte di 626 posti disponibili e il 184% di surplus di detenuti, Regina Coeli è uno dei penitenziari più sovraffollati del Paese – informa -. A questo fa da contraltare una voragine negli organici del corpo di Polizia penitenziaria che vede assegnati 350 agenti quando ne servirebbero 709. D’altronde, a livello nazionale sono 15mila i reclusi oltre i posti disponibili e 18mila le unità mancanti alla Polizia penitenziaria». A questo si aggiungano «strutture fatiscenti, dotazioni inadeguate, carenze nell’assistenza sanitaria e psichiatrica, approssimazione organizzativa e il quadro che ne emerge è desolante. A pagarne le spese detenuti e operatori, con questi ultimi esposti ad aggressioni continue (oltre 2.500 nell’anno) e sottoposti a turnazioni massacranti, con la compressione dei più elementari diritti anche di rango costituzionale».

In questo contesto, domanda De Fazio, «come si può pensare di rieducare i condannati violando le leggi dello Stato anche nei confronti di chi lo Stato incarna e rappresenta? Il silenzio sostanziale del ministro della Giustizia Carlo Nordio, e della presidente del Consiglio Giorgia Meloni sulla crisi sempre più profonda delle carceri non solo preoccupa, ma è da irresponsabili. Servono interventi urgenti e tangibili per deflazionare la densità detentiva, potenziare il corpo di Polizia penitenziaria e assicurare l’assistenza sanitaria e psichiatrica – incalza -. Vanno avviate riforme complessive per reingegnerizzare le prigioni e riorganizzare la Polizia penitenziaria». La conclusione è amara: «Siamo a un passo dal baratro».

17 settembre 2024