Caracciolo: «Il mondo non è impazzito»

Il direttore della rivista di geopolitica internazionale Limes ha offerto ai sacerdoti di Roma un’analisi dello scenario internazionale, dalla guerra in Ucraina al conflitto israelo-palestinese alla questione di Taiwan, «potenziale epicentro di una guerra mondiale»

La guerra in Ucraina, il conflitto israelo-palestinese, la questione Taiwan, «potenziale epicentro di una guerra mondiale» e ago della bilancia nelle relazioni tra Cina e Stati Uniti. Quello che stiamo vivendo non è certo uno scenario roseo ma «dobbiamo fuggire dalla logica apocalittica», che ha tra le conseguenze «la rimozione della storia», e impegnarci a comprendere quello che sta accadendo intorno a noi «per scoprire sentieri di pace e di dialogo». È l’invito rivolto da Lucio Caracciolo, direttore della rivista di geopolitica internazionale Limes, che stamattina, 17 ottobre, ha tenuto la conferenza “Il mondo non è impazzito”, nella sala della Conciliazione del Palazzo Lateranense. Aperto al personale del Vicariato e ai ministri ordinati della diocesi di Roma, l’incontro è stato voluto perché «è evidente che rispetto a quanto sta avvenendo oggi sul palcoscenico della storia non possiamo essere delle semplici comparse», ha affermato padre Giulio Albanese, direttore dell’Ufficio per la cooperazione missionaria tra le Chiese, che ha promosso l’evento con l’Ufficio per la formazione permanente del clero. «Essere cristiani – ha aggiunto il missionario – significa operare un sano discernimento per interpretare i segni dei tempi. Oggi tutti avvertiamo un profondo senso di impotenza e di inquietudine ma la Chiesa è chiamata a coltivare la speranza e ha la responsabilità di dialogare nella consapevolezza che c’è un bene comune».

incontro con Lucio Caracciolo, Giulio Albanese, aula della conciliazione, 17 ottobre 2023

L’analisi geopolitica di Caracciolo è partita dall’attualità e dalla guerra in Medio Oriente scatenata dall’attacco di Hamas in territorio israeliano, il 7 ottobre. «Un evento che non sorprende – ha constatato -. È da 16 anni che nella Striscia di Gaza si accalcano oltre 2 milioni di persone». Dall’altra parte, «oggi è in gioco il futuro e l’esistenza di Israele, vittima soprattutto di una forte crisi interna». Per il direttore di Limes, errore comune in questi anni è stata anche la «rimozione della questione palestinese. Abbiamo tutti pensato si trattasse solo di una vicenda umanitaria di cui si dovesse occupare l’Onu ma è evidente che non è così».

incontro con Lucio Caracciolo, Giulio Albanese, aula della conciliazione, 17 ottobre 2023Spostandosi dal Medio Oriente all’Ucraina, dove il conflitto è iniziato il 24 febbraio 2022, la sensazione «è che stiamo ancora vivendo la prima guerra mondiale – ha rimarcato Caracciolo -. Molte delle situazioni alle quali oggi guardiamo con gli occhi della cronaca, sono in realtà radicate nella storia». Ma bisogna approcciarsi agli eventi con obiettività e la realtà dei fatti è che «quando la guerra finirà l’Ucraina sarà un Paese semidistrutto, con una popolazione dimezzata, perché i profughi non torneranno», ha dichiarato il direttore di Limes, per il quale «dobbiamo fare i conti con il fatto che l’Ucraina sarà una sorta di mafia-land». E guardando al presente con gli occhi della storia, ha osservato che ieri come oggi ci sono «due aree di crisi sempre più connesse tra loro», vale a dire l’area «calda della guerra indiretta» tra Russia e America che si combatte in Ucraina, e l’area tra l’oceano Pacifico e quello Indiano, «dove si gioca la partita tra Cina e Stati Uniti». In modo particolare la Cina, con le sue mire espansionistiche, «cerca di controllare Taiwan, che invece l’America considera sua sovranità». Se dovesse modificarsi l’attuale fragile equilibrio fra le due super potenze, ha avvertito l’esperto, «la guerra tra America e Cina per Taiwan non potrebbe che essere mondiale perché l’isola è vicina a Corea, Giappone e Filippine».

In questo scenario bellico è nostro compito mantenere «uno sguardo italiano sul mondo» ricordandoci che facciamo sì parte dell’Europa ma che siamo soprattutto Paese del Mediterraneo, che «non è semplicemente un mare fra due terre». Nella sua analisi Caracciolo ha acceso i riflettori su «una delle partite geopolitiche e geoeconomiche di cui si parla poco», che è quella dei fondali oceanici, crocevia dei cavi internet e dei gasdotti. Ma è importante «evitare la logica apocalittica» e puntare anche alla formazione, perché, ha concluso, «ignorando quello che è stato ignoriamo quello che è e che sarà».

17 ottobre 2023