Caos unioni civili, il ddl slitta di una settimana

Il rinvio delle votazioni chiesto dal Partito democratico: si torna in Aula il 24 febbraio. Cirinnà: «Pronta a lasciare la politica»

Il rinvio delle votazioni chiesto dal Partito democratico: si torna in Aula il 24 febbraio. Cirinnà: «Ho sbagliato e pagherò. Pronta a lasciare la politica»

Il ddl sulle unioni civili in aula slitta a mercoledì 24 febbraio. È quanto ha deciso la capigruppo del Senato stabilendo che martedì 23 si darà spazio al decreto Milleproroghe che scade a fine febbraio. Dopo l’ok al decreto, presumibilmente mercoledì pomeriggio, si passerà alle unioni civili. Il Pd in capigruppo aveva proposto che il testo Cirinnà tornasse in aula giovedì 25. L’aula del Senato ha poi confermato il calendario deciso a maggioranza in capigruppo. Con distinte votazioni, l’aula ha bocciato le diverse proposte di calendario alternative proposte dalle opposizioni: la Lega e la senatrice del Misto-Movimento X Laura Bignami (ex M5s) chiedevano di proseguire con l’attuale ordine del giorno continuando in aula con le unioni civili anche domani; il Movimento 5 stelle, con la capogruppo Nunzia Catalfo, ha proposto sedute no-stop anche venerdì, sabato, domenica e lunedì con notturne; il verdiniano Ciro Falanga (Ala) ha proposto addirittura un rinvio alla prima settimana di marzo.

A chiedere il rinvio delle votazioni sul ddl unioni civili era stato lo stesso Pd. Lo aveva spiegato il presidente della commissione Cultura, Andrea Marcucci, in Transatlantico al Senato. Tra l’altro, il dibattito in aula al Senato dopo la richiesta del Pd di convocazione di una capigruppo per un rinvio dell’esame del ddl Cirinnà si era presto trasformato in un vero e proprio caos. Scambio di accuse reciproche tra Partito democratico ed esponenti 5 stelle. «Da parte dei Cinque Stelle – spiega Andrea Marcucci – c’è stato un cambio di volontà politica. È necessario a questo punto verificare le condizioni generali ed è per questo che serve una settimana». Il presidente della commissione Cultura del Senato aggiunge, in riferimento ai Cinque Stelle: «Credo che le responsabilità siano chiare, non c’è bisogno di evidenziarle: avevamo le condizioni per andare avanti e approvare la legge. Quello che è accaduto è tutto molto chiaro di fronte al Paese. Certo col senno di poi è stato un errore fidarsi dei Cinque Stelle e della loro buona fede. Su questo non c’è dubbio e facciamo autocritica». Quanto al prosieguo dell’iter parlamentare sulle unioni civili, Marcucci non nasconde di non sentirsi tranquillo. «Non ho la percezione che il testo torni in commissione o si vada verso lo stralcio delle stepchild adoption». Ciò detto, rispetto alle preoccupazioni dei cittadini e delle associazioni Lgbt, spiega, «se fossero tranquilli sbaglierebbero. Non sono tranquillo nemmeno io».

La reazione di Monica Cirinnà. È amareggiata Monica Cirinnà. In particolare con chi l’accusa di aver spinto il Pd su una linea oltranzista sui diritti civili. «Vorrei che fosse chiara la genesi del ddl – spiega ai cronisti in Senato -: lo abbiamo scritto in tre, nella stanza di Tonini, con Lumia. Questa versione rappresentava l’accordo raggiunto nel Pd sulla materia. Era nel totale rispetto del programma di governo». Di più. Cirinnà spiega che anche i tempi dell’aula sono stati scelti in pieno accordo nel Partito. «A ottobre Renzi ci ha chiesto di andare in aula e votare», sottolinea. Dal canto suo, ammette, c’è stato un errore. «Di fiducia, nel Movimento Cinque Stelle. Ma questa è la maggioranza che ho trovato per realizzare un punto del nostro programma elettorale. Se riparlerò coi Cinque Stelle? Io sono come la moglie della Casa degli spiriti, il libro della Allende. Ricordate quando disse “Non parlerò mai più con mio marito”. Ecco io ho un brutto carattere, se qualcuno mi fa un torto non gli parlo più». E sottolinea: «Ho sbagliato e pagherò. Il mio errore è stato fidarmi dei Cinque Stelle. Se la legge diventerà una schifezza pronta a togliere firma e lasciare politica».

L’affondo di Paola Binetti (Ncd-Udc). «Strano modo di leggere la realtà: ieri il Senato non ha votato il supercanguro e la notizia di oggi è che il Movimento Cinquestelle ha tradito gli accordi. Nessun riferimento alla antidemocraticità dello strumento scelto per imporre la volontà di una maggioranza, che evidentemente non c’è, ad una cosiddetta minoranza, che tale non è. Nessun accenno al fatto che c’è una generale volontà di riconoscere una serie di diritti alle copie omosessuali, senza però barattare i diritti dei bambini con i desideri degli adulti. Continua la lunga storia della manipolazione ideologica di un ddl che mentre nega i suoi rapporti con la malsana pratica dell’utero in affitto, sottovoce fa circolare la notizia che illustri esponenti politici della sinistra sono in Canada per affittare un utero e tornare con un bambino ottenuto a caro prezzo, avendone già concordato il riconoscimento con una certa magistratura». Continua la deputata: «Non si sa più se chiamarla la commedia degli equivoci o la tragedia della mistificazione delle parole, dei valori, delle dichiarazioni formali ed informali. Quel che è certo è che niente è come sembra».

Speranza (Pd): «Basta, vinciamo questa sfida». «L’Italia è in pausa di riflessione da troppo tempo sulle unioni civili. È il momento di andare avanti, non possiamo più fermarci. Basta con tentennamenti ed esitazioni». Lo dice Roberto Speranza (Pd) conversando con i giornalisti alla camera. «Non sarà certo una settimana a cambiare l’esito – prosegue -, ma quello che e fondamentale è che il Pd non si fermi e vinca questa sfida». Si tratta «di una sfida nell’interesse del Paese non uno scontro tra laici e cattolici, ma l’estensione di diritti fondamentali». E sui 5 Stelle: «L’atteggiamento dei 5 stelle è stato veramente ambiguo e mi sembra che stiano giocando una partita politica sui diritti di migliaia di persone».

I rischi dello stralcio. «La legge sulle unioni civili è a forte rischio. Dopo quello che è successo ieri non so se la sospensione di una settimana potrà portare una novità positiva, perché la condizione per fare un passo in avanti sarebbe il ritiro degli articoli premissivi di tutti». Così presidente dei senatori di Sel Loredana De Petris al termine della conferenza dei capigruppo. E aggiunge: «Noi non abbiamo mai fatto tatticismo politico perché abbiamo a cuore solo la questione dei diritti. Certo ci auguriamo che la discussione non si riduca a un accordo nella maggioranza. A quel punto dovremo fare una riflessione. Noi auspichiamo che non ci sia una composizione solo nel perimetro della maggioranza». Insomma, se ci fosse lo stralcio delle stepchild adoption, non è scontato il voto di Sel al ddl sulle unioni civili. Ma il presidente del gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio, è più possibilista: «Sarebbe un vero peccato se il provvedimento sulle unioni civili finisse in un limbo di incertezza e di polemica greve. Si può ancora salvare la sacrosanta regolazione delle unioni tra adulti. Discutiamo delle adozioni nel giusto e necessario contesto che riguarda i diritti dei minori, contesto diverso dal provvedimento in discussione al Senato. Credo che questa soluzione porterebbe ad una veloce approvazione con un consenso più ampio della maggioranza che sostiene il governo».

Zampa (Pd): «Andare avanti». «Chiedo al mio partito di andare avanti fino all’approvazione del cosiddetto ddl Cirinnà e di procedere mantenendo il testo così com’è ora. La stepchild adoption è l’unico modo per tutelare davvero il superiore interesse del minore, criterio a cui dovremmo ispirare ogni norma e ogni decisione legislativa e giuridica». È quanto dichiara Sandra Zampa, deputata del Pd, vicepresidente dell’assemblea del Partito democratico e della Commissione bicamerale Infanzia e adolescenza. «Non è accettabile che si producano nuove discriminazioni tra minori: non ci possono essere bambini di serie A e bambini di serie B. Per la legge, per lo stato e per la società devono essere tutti uguali. È tempo che il nostro paese faccia quel passo avanti verso una compiuta laicità nella decisione politica rispondendo ai bisogni di una società che è già cambiata. I bambini interessati dalla stepchild adoption ci sono già, vivono tra noi, in famiglie sempre più numerose. Il Pd può e deve assumersi questo impegno e questa responsabilità – conclude Zampa .- Lo abbiamo fatto in altre vicende e per altre grandi decisioni politiche. Lo possiamo fare anche in questa».

Galletti: «L’adozione non può essere un effetto collaterale». «Questa legge era nata per regolare rapporti tra omosessuali e, non poca cosa, il riconoscimento dei diritti individuali delle coppie di fatto. L’adozione per le coppie omosessuali non può essere un effetto collaterale. È un argomento troppo importante». Lo ha detto ieri, 17 febbraio, il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, a margine della visita dei cantieri di messa in sicurezza dei torrenti Bisagno e Fereggiano, a Genova. «Il mio auspicio – ha proseguito – è che si faccia una legge, con la più larga maggioranza possibile. È l’unica via percorribile e lo era anche ieri. È fattibile subito con lo stralcio della stepchild adoption e una larga maggioranza sulle unioni civili ben distinte dal matrimonio e sul riconoscimento dei diritti individuali delle coppie di fatto».

18 febbraio 2016