Canepa, la traslazione delle spoglie al Quadraro

Novembre 1989, il racconto della celebrazione con il cardinale Martin. Ad accogliere il fondatore del Cor la comunità di Santa Maria del Buon Consiglio, i catechisti e i ragazzi degli oratori

Canepa è tornato al “suo” Quadraro. Accolto dalle luci festanti delle fiaccole di cento più giovani la salma del fondatore del Centro Oratori Romani ha fatto il suo ingresso, nella serata di Santa Maria del Buon Consiglio che lo vide nei difficili anni ‘30 e ‘40 amico dei fanciulli e apostolo dei ragazzi di periferia. Ad Accoglierlo l’intera comunità parrocchiale, i catechisti, i ragazzi del COR accorsi da tutta Roma, e il Cardinale Jacques Martin che ha guidato la veglia di preghiera. Una festa che è continuata anche la serata successiva, venerdì, con la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Vicario Ugo Poletti.

«Accogliere Arnaldo Canepa in questa parrocchia – ha detto il parroco don Guglielmo Cerquitella – non sarà soltanto per lui un ritorno alle sorgenti, ma per tutto il Centro Oratori Romani sarà un perenne e significativo pensare alle proprie radici. è un prezioso di sosta per evitare due rischi. Quello che corrono i giovani che potrebbero credere che la Chiesa nasce con loro. E quello degli anziani che potrebbero illudersi che la Chiesa finisce con loro».

La salma di Canepa, che proprio al Quadraro fondò, nel 1933, il primo degli Oratori che formeranno il COR, riposa adesso in un sarcofago nella chiesa parrocchiale che lo «accoglie come un reliquiario per presentarlo a tutta la Chiesa d’oggi». Sia il Cardinale Poletti che Martin hanno ricordato nei loro interventi l’importanza dell’opera di Canepa, le sue qualità, la sua intuizione ancora attuale di affiancare ad ogni parrocchia un Oratorio. In particolare il Cardinale Martin, che oltre 50 anni fa, appena ordinato sacerdote, conobbe e collaborò con il Canepa proprio nell’Oratorio del Quadraro, ne ricorda il tratto mite, la capacità di parlare ai bambini, la dolcezza dello sguardo. «Non ricordo una volta – ha detto il Cardinale Martin – che abbia alzato la voce».

Canepa era anche un uomo che sapeva entrare in contatto con gli adulti «Ricordo – continua il porporato» il giro dei presepi nelle case del quartiere. Un modo per avvicinare le famiglie più lontane dalla chiesa». Un uomo, insomma, straordinario, una persona convertita misteriosamente alla fede, per la quale, ha detto il Cardinale Martin «mi auguro venga introdotta, senza tardare troppo, la causa di beatificazione». La traslazione della salma di Canepa è stata anche l’occasione per riflettere sul ruolo che l’Oratorio riveste all’interno di una più ampia pastorale giovanile. Se ne è già discusso alla tavola rotonda organizzata per l’occasione lo scorso sabato 18 novembre. Una delle questioni è quella di inserire a pieno titolo l’Oratorio all’interno del lavoro del Sinodo diocesano.

Lo stesso Cardinale Poletti durante la solenne celebrazione di venerdì ha dettato alcune indicazioni di pastorale oratoriana che verranno poi riassunte dal Cor in un documento che sarà messo a disposizione di tutti coloro che operano nel settore. L’attività degli oratori deve puntare all’integrazione fede-vita dei fanciulli. Ogni oratorio non può proiettare la formazione cristiana dei giovani solo in vista dei Sacramenti, ma deve invece condurre a comprendere che cosa significhi essere Chiesa. Seguendo questa linea, che le è congeniale, il COR si proporrà come aiuto e stimolo agli Oratori della città, soprattutto a quelli che versano in maggiori difficoltà.

Si avranno, in comunione con il Vescovo, corsi e convegni di formazione per i catechisti; così come si avrà cura di allacciare un contatto proficuo con le famiglie. Ogni attività pratica, in sintonia con il carisma del COR, sarà collegata all’anno liturgico, alle iniziative della Chiesa locale e ai contenuti della catechesi. L’impegno del COR sarà quello di non chiudersi mai nell’isolamento, ma di realizzare un rapporto aperto e vitale con gli altri Oratori, in modo da favorire lo scambio delle ricchezze, sempre tenendo conto delle diverse situazioni del territorio in cui ogni oratorio opera. (di A.R.M.)

26 novembre 1989