Campidoglio, si dimette l’assessore Muraro

La decisione nel cuore della notte, «per senso di responsabilità istituzionale e per rispetto verso questa amministrazione». Al sindaco le deleghe

La decisione nel cuore della notte, «per senso di responsabilità istituzionale e per rispetto verso questa amministrazione». Al sindaco Raggi le deleghe

La notizia è arrivata con un comunicato inviato dal Campidoglio in piena notte, dopo la riunione tra il sindaco di Roma Capitale Virginia Raggi e la maggioranza 5 Stelle: l’assessore all’Ambiente Paola Muraro si è dimessa dal suo incarico, in seguito a un avviso di garanzia che l’ha raggiunta, nell’ambito dell’inchiesta sugli illeciti ambientali negli impianti di trattamento dei rifiuti.

«Oggi, tramite il mio legale, la Procura di Roma mi ha notificato un avviso di garanzia in riferimento all’articolo 256 del Testo unico sull’ambiente – comunica Muraro -. Contestualmente sono stata informata che verrò ascoltata dalla Procura il prossimo 21 dicembre. Sono tranquilla e convinta di riuscire a dimostrare la mia totale estraneità ai fatti. Tuttavia – prosegue -, per senso di responsabilità istituzionale e per rispetto verso questa amministrazione, ho deciso di dimettermi in attesa di chiarire la mia posizione».

Sempre nella notte attraverso la sua pagina Facebook Ragg ha ratificato la decisione di Muraro con un video. «Ho comunicato ai mie consiglieri di aver accettato le dimissioni dell’assessore – le parole del sindaco -. La stessa mi ha comunicato infatti di aver ricevuto da poco un avviso di garanzia. Non sono entrata nel merito dell’avviso, ho accettato le sue dimissioni e ho assunto le deleghe alla sostenibilità ambientale. Ritengo importante infatti dare continuità all’azione amministrativa sia nel risanamento di Ama che nel rilancio di tutto il settore ambientale».

Proprio a motivo del suo ruolo in Ama, Muraro è da tempo al centro delle indagini della Procura, e sul suo nome si è arrivati, nel settembre scorso, a un vero e proprio scontro interno al Movimento 5 Stelle, con Grillo e il direttorio arrivati a chiederne la testa. Convinta la resistenza di Virginia Raggi, intenzionata a «leggere le carte» dell’inchiesta, che finalmente sono arrivate in Campidoglio.

13 dicembre 2016