Campidoglio: presentato ai candidati sindaco il rapporto “Cantiere Roma”

Nel documento sottoscritto da Raggi, Gualtieri e Calenda - assente all'appuntamento Michetti -, la "Roma che vorrei" di bambini, giovani, stranieri, donne, anziani e famiglie. Il vicegerente Palmieri: «Come Chiesa di Roma siamo disponibili a lavorare per una stagione ancora più bella della città»

Bambini, giovani, stranieri, donne, anziani, famiglie. In vista delle prossime elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre la parola passa a loro, per illustrare ai candidati sindaco che aspetto deve avere la Roma in cui vogliono vivere. Una città dove sia rispettato il decoro urbano, dove i cassonetti traboccanti di immondizia lascino il posto ad aree verdi curate, dato che le attuali sono considerate fatiscenti dal 77% delle famiglie romane. Una Capitale che offra opportunità di un lavoro dignitoso anche per le donne, l’85% delle quali non si sente sicura a passeggiare di sera. Una Roma dove il tema “trasporto pubblico” non rappresenti eternamente un tasto dolente e dove le famiglie vengano maggiormente sostenute e coinvolte. Una lista di cose da fare racchiuse nel rapporto “Cantiere Roma” stilato dalle Acli provinciali di Roma e sottoscritto questa mattina, 15 settembre, nell’Aula Giulio Cesare in Campidoglio dai candidati sindaco Virginia Raggi, Roberto Gualtieri e Carlo Calenda. Assente all’appuntamento il candidato sindaco del centrodestra Enrico Michetti.

“Cantiere Roma” è stato approntato durante sei web talk che hanno fatto emergere spunti e proposte per i candidati sindaco, partendo “dal basso” e ascoltando la voce dei cittadini romani. La ricerca è inoltre arricchita dalle oltre 200mila istanze di persone incontrate in un anno dalle Acli e delle oltre 5mila raggiunte con questionari specifici. L’obiettivo del progetto è «senz’altro importante – ha affermato l’arcivescovo Gianpiero Palmieri, vicegerente della diocesi di Roma -. Anche la Chiesa di Roma è impegnata nell’ascolto del grido della città e bisogna porgere attenzione anche ai sogni. Il momento delle elezioni è propizio per far emergere entrambe le voci, le difficoltà da un lato e le enormi risorse dei territori dall’altro». Per Palmieri questo è «il momento di pensare in positivo al futuro di Roma affinché abbia un sogno e un progetto condiviso». Evidenziando che chi ricopre la carica di sindaco di Roma «ha un mondo complesso da affrontare», ha ricordato quelle che erano le 5 priorità di Giorgio La Pira, eletto sindaco di Firenze per la prima volta nel 1951 e dichiarato venerabile nel 2018. Per il sindaco “santo” il pane, il lavoro, la casa, l’istruzione e la salute erano beni imprescindibili per tutti. «E non lo erano solo 70 anni fa ma lo sono anche adesso – ha aggiunto l’arcivescovo -. Come Chiesa di Roma siamo disponibili a lavorare per una stagione ancora più bella della città».

Il decoro è uno dei temi toccati da Calenda, per il quale «una città non decorosa non si può vivere». Per il leader di Azione il decoro va di pari passo con la sicurezza. La Capitale «non è particolarmente delittuosa – ha aggiunto -, eppure le persone non si sentono sicure a passeggiare in una città buia dove mancano 40mila lampioni». “Cantiere Roma” per Gualtieri mette in luce che «in questi anni sono drammaticamente aumentate le diseguaglianze, peggiorata la qualità dei servizi e diventate inadeguate le politiche sociali che noi vogliamo rafforzare. Questo “patto” è importante per avere una città più vicina, più sostenibile e che include». Il sindaco uscente Virginia Raggi, candidata al secondo mandato, dopo aver ripercorso il lavoro fatto in questi cinque anni ha spiegato che «il lavoro di rete non può esimersi dalla pianificazione e dalla programmazione degli obiettivi, i quali non possono esaurirsi in 5 anni. Abbiamo obiettivi a breve, medio e lungo termine, fino a 10 anni. Dobbiamo incrementare la connessione tra le reti per far sì che ciascuno possa essere allo stesso tempo destinatario ed erogatore di servizi».

Stando ai dati emersi dalla ricerca, la prossima giunta capitolina dovrà, tra le altre cose, rimettere al centro le famiglie, piegate dalla pandemia. Il 44% degli intervistati ha ammesso che per far fronte ai problemi economici generati dal Covid ha dovuto chiedere aiuto ai parenti, il 38,2% si è rivolto agli enti statali, il 7,7% addirittura a estranei. Roma è bocciata anche da chi si prende cura delle persone con disabilità. Il 69% evidenzia la carenza di servizi e spazi specifici dedicati mentre il 35% afferma che sono presenti ma ostacolati dalle barriere architettoniche. Il rapporto offre una «“visione dal basso”, che propone un ribaltamento della prospettiva, una piramide rovesciata, che fa perno sulle persone, sulle vite concrete, sui bisogni reali che si incarnano in questi protagonisti sovente invisibili della realtà urbana e metropolitana», ha spiegato la presidente delle Acli romane Lidia Borzì. Parlando dell’importanza di generare un welfare che poggi sull’ascolto, l’interdipendenza, il mainstreaming e la sussidiarietà, ha proposto l’istituzione dell’Albo delle buone pratiche sociali che «consenta di capitalizzare il grande tesoretto di questa città: i volontari, i progetti e le iniziative sociali, che, messi a sistema, diventino buone politiche, evitando interventi spot e frammentati».

15 settembre 2021