Cambiamenti climatici, il videomessaggio di Welby al summit Onu

Per l’arcivescovo di Canterbury «è chiaro che nel 2019 seguire Gesù significa stare dalla parte di coloro che sono sulla frontiera di questa catastrofe»

«Sta diventando chiaro che il cambiamento climatico è la più grande sfida che noi e la generazione futura stiamo affrontando. Stiamo galoppando verso l’apocalisse. Senza un’azione immediata e decisiva le conseguenze del cambiamento climatico ci devasteranno». Anche l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby si rivolge ai grandi della terra riuniti a New York per il summit sul clima con un video messaggio incentrato sul tema dell’urgenza. Le conseguenze dei cambiamenti climatici, osserva infatti, per molti hanno già avuto inizio. «In un viaggio alle isole Fiji – ricorda – mi hanno detto: “Per voi europei, il cambiamento climatico è un problema del futuro. Per noi è un problema di sopravvivenza ogni giorno”. Le Fiji sono soltanto un esempio delle conseguenze che stiamo vedendo in tutto il mondo. In Nigeria la desertificazione ha causato un conflitto tra le tribù per la scarsità delle risorse. In Bangladesh i monsoni hanno ucciso centinaia di persone».

Dal punto di vista cristiano, prosegue il primate della Chiesa anglicana, «è assolutamente chiaro che nel 2019 seguire Gesù significa stare dalla parte di coloro che sono sulla frontiera di questa catastrofe». Quindi aggiunge: «Siamo i guardiani della creazione di Dio. È per noi un dovere sacro proteggere il mondo naturale che generosamente ci è stato donato così come proteggere chi nel mondo sarà colpito per primo e in modo più forte. Dare una risposta al cambiamento climatico – asserisce – è parte essenziale di questa responsabilità».

Nelle parole dell’arcivescovo anche la gratitudine per quanti, individui e Chiese, stanno facendo qualcosa per l’ambiente; quindi l’annuncio che il tema del cambiamento climatico entrerà anche nella agenda della Lambeth Conference che si terrà il prossimo anno. «Sebbene siano importanti le azioni che sono già state prese a livello locale, nazionale e internazionale, c’è ancora molto da fare e bisogna farlo urgentemente – conclude -. Dobbiamo continuare a parlare e agire. Dobbiamo sottolineare la ricchezza della ricerca accademica su questo argomento. Dobbiamo anche amplificare la voce di chi sta vivendo ogni giorno l’impatto del cambiamento climatico e soffrendo».

24 settembre 2019