Caduta muro di Berlino, Sassoli: «Continuare ad abbattere pregiudizi»

Alla vigilia del 30° anniversario, il presidente dell’Europarlamento esorta a «sconfiggere i nazionalismi e lavorare per un’Europa della solidarietà»

«La caduta del muro di Berlino è l’episodio fondatore dell’Europa contemporanea e ci ha resi migliori». A parlare è il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, alla vigilia dei 30 anni da quell’avvenimento del 9 novembre 1989, che vide cadere il muro eretto nel 1961. «Trent’anni fa – aggiunge Sassoli – l’Europa ha ritrovato la sua unità riconciliando lo spazio geografico con quello politico attorno ai valori della democrazia e della libertà. È un evento che ricordiamo con gioia e che ha offerto a noi e alle future generazioni la possibilità di affrontare le sfide globali con un patrimonio di valori utili alla difesa della dignità delle persone». Da quel giorno, secondo il presidente dell’Europarlamento, «l’Europa è diventata più forte nell’affrontare le sfide che ha avuto davanti. La caduta del muro ha rappresentato la fine di un incubo per milioni di europei puniti e uccisi per la sete di giustizia ed emarginati per il desiderio di libertà. Ricordare quel periodo – prosegue – significa anche ribadire che mai più totalitarismi torneranno ad opprimere la vita dei nostri cittadini e a umiliare i nostri Paesi». Una lezione da non dimenticare nemmeno oggi, quando «i giovani di Berlino ci invitano ad avere lo stesso coraggio nel continuare ad abbattere i muri e i pregiudizi, sconfiggere i nazionalismi e a lavorare per un’Europa della solidarietà».

Sul filo dei ricordi le riflessioni di Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea. «Quando le persone sono scese in strada, nell’autunno del 1989, hanno rischiato la propria libertà per raggiungere la libertà per tutti. Il loro coraggio ha abbattuto i muri, la loro unità ha ispirato l’Europa e il mondo e la loro rivoluzione pacifica ha cambiato per sempre il corso della storia. La gente ha guarito un continente europeo diviso dalla guerra e ha riconciliato la storia dell’Europa con la sua geografia». Quelle persone, prosegue, «invece di subire la storia, hanno fatto la storia. Grazie a loro, un’intera generazione di giovani, uomini e donne europei non ha sperimentato altro che pace e libertà da allora: un’Europa in cui possiamo viaggiare, vivere e trovare l’amore oltre i confini». Nelle parole di Juncker, spazio anche alla sfera personale: «Non dimenticherò mai il 9 novembre. Dopo un grave incidente d’auto e un coma di tre settimane, il 9 novembre 1989 mi sono svegliato con le potenti immagini televisive della caduta del muro di Berlino. La sensazione era indescrivibile – ricorda -: si trattava di una pietra miliare per la politica mondiale e l’inizio di un nuovo capitolo, sia per il continente europeo che per me». Dunque il 9 novembre 1989 «rimane un momento decisivo nella storia europea. Oggi è nostro compito difendere una società libera e democratica in Europa, con la stessa risolutezza della gente di allora».

8 novembre 2019