Burkina Faso, quasi 2 milioni di persone senza acqua potabile
Sos di Oxfam. Solo l’anno scorso il numero di sfollati interni è cresciuto di 10 volte: oltre 500mila uomini, donne e bambini. 2.400 scuole chiuse
«L’intensificarsi degli scontri nel nord e nell’est del Burkina Faso, aggravati dall’impatto della siccità e del cambiamento climatico degli ultimi anni, sta portando la popolazione sull’orlo del baratro. Oltre 1,9 milioni di persone stanno letteralmente rimanendo senza nessun accesso ad acqua potabile e servizi igienico-sanitari. Mentre solo l’anno scorso il numero di sfollati interni è cresciuto di 10 volte: oltre 500mila uomini, donne e bambini, che hanno trovato rifugio nei villaggi di aree già poverissime del Paese». A lanciare l’allarme è Oxfam, che parla di una crisi dimenticata, resa ancora più grave dall’instabilità politica.
L’aumento «esponenziale» di persone costrette a lasciare le proprie case, riferisce il responsabile emergenze umanitarie di Oxfam Italia Riccardo Sansone, «sta rendendo la situazione sempre più critica. Migliaia di famiglie hanno perso tutto e adesso sono allo stremo: hanno bisogno di acqua pulita e servizi igienici, di un riparo, cibo e assistenza sanitaria. I bisogni umanitari sono enormi e continuano a crescere con l’arrivo di un sempre maggior numero di profughi». Non solo: «Senz’acqua non possiamo garantire le norme igieniche minime», aggiunge Huguette Yago, ingegnere idraulico, che lavora con uno dei partner locali di Oxfam per far fronte all’emergenza, nel tentativo anche di prevenire la diffusione di malattie dovuta alla mancanza di igiene. Il rischio di epidemie infatti è altissimo e nuovi focolai potrebbero avere gravissime conseguenze nelle aree dove migliaia di sfollati hanno trovato scampo. L’accesso all’acqua è diventato una sfida giornaliera anche per le comunità locali che stanno offrendo un riparo spesso improvvisato al 94% degli sfollati nel Paese. In alcune città, come Barsalogho, l’accesso ad acqua pulita è diminuito del 40% a causa dell’arrivo in massa di sfollati in aree del Paese dove le infrastrutture e le fonti d’acqua disponibili sono scarsissime ed erano appena sufficienti per la popolazione prima dello scoppio dell’emergenza.
Per far fronte all’emergenza Oxfam interviene in 13 regioni del Paese, per fornire l’accesso all’acqua pulita agli sfollati e alle comunità ospitanti nelle aree più colpite. Dopo aver recentemente ripristinato infrastrutture idriche per garantire l’accesso all’acqua a circa 21.800 persone al giorno, l’obiettivo per quest’anno è estendere l’intervento riattivando 107 punti di erogazione d’acqua per soccorrere 287mila persone allo stremo. «Dall’inizio dell’anno la situazione si sta deteriorando velocemente e 2,2 milioni di persone in questo momento hanno urgentemente bisogno di aiuti umanitari per poter sopravvivere – riferisce Sansone -. In un contesto dove 1,2 milioni di persone non hanno accesso a cure di base. Con 2.400 scuole chiuse, circa 318 mila bambini non possono più studiare. Per far fronte alla situazione – conclude – è necessario uno sforzo immediato da parte della comunità internazionale per finanziare il piano internazionale di risposta all’emergenza».
21 febbraio 2020