Brexit, negoziati in salita

Senza accordo, il rischio di un recesso britannico. Verso il nuovo incontro tra Frost e Michel Barnier, negoziatori rispettivamente per Regno Unito e Ue

È in programma per domani, 8 settembre, l’arrivo nel Regno Unito di Michel Barnier, negoziatore della Brexit per l’Unione europea, per l’ottavo round di incontri volti a evitare la rottura netta tra Regno Unito e Ue. Dall’altra parte del tavolo, David Frost, il politico britannico che guida i negoziati con la Ue, che al domenicale “Mail on Sunday” ha dichiarato: «Questa volta non cederemo di un passo». A dire che il governo di Boris Johnson non è disposto ad alcun tipo di compromesso.

Frost, in particolare, ribadisce la sua irremovibilità su due punti chiave delle trattative: i diritti di pesca nelle acque britanniche, che devono rimanere privilegio dei pescherecci inglesi, e le sovvenzioni statali alle aziende private sulle quali la Ue non deve interferire. Stando a quanto riferisce il “Financial Times”, con una nuova legislazione, l’Internal Market Bill, pronta a essere approvata da Westminster, il premier Johnson si rimangerebbe l’impegno a non mettere controlli al confine tra Irlanda del nord e Regno Unito. Secondo la Bbc, il primo ministro britannico nelle prossime ore dichiarerà che un accordo commerciale è necessario entro la metà di ottobre, altrimenti vi saranno tasse e controlli alle dogane e questo sarebbe, per il Regno Unito, «un buon risultato».

Nelle prossime settimane – è l’analisi dei commentatori britannici – si capirà se quello di Johnson è un tentativo di ottenere più concessioni dall’Ue, facendo la voce grossa, o se invece sia disposto davvero a uscire dall’Unione senza un accordo.

7 settembre 2020