Brexit, Theresa May ci riprova. Dopo la sconfitta della settimana scorsa, la premier britannica illustra la sua strategia, escludendo alternative come un secondo referendum o la richiesta di revoca dell’articolo 50 all’Unione europea e insistendo su quell’accordo con la Ue già bocciato da Westminster con 230 voti di maggioranza. Un intervento, quello di May nella giornata di lunedì 21 gennaio, seguito con grande passione anche fuori da Westminster.  La linea: «Ritornare dai parlamentari del partito nordirlandese protestante Dup per trovare una formula che li convinca a sostenere l’accordo firmato con l’Unione europea. Ed andare poi a Bruxelles con le conclusioni».

In concreto, la premier spera di poter modificare le condizioni del “backstop”, la rete di protezione che mantiene Regno Unito e nord Irlanda legati alla Ue, tanto inviso al partito nordirlandese, per poter convincere quest’ultimo a sostenere l’accordo che ha concluso con Bruxelles. Martedì prossimo, 29 gennaio, verrà votata una mozione che consente ai parlamentari di proporre emendamenti. Con ogni probabilità, alcuni cercheranno di escludere il no deal, l’uscita senza accordo del Regno Unito dall’Unione europea. Intanto la premier ha anche annunciato che i 3,5 milioni di cittadini europei che da oggi possono fare domanda di “settled status” o residenza definitiva, non dovranno più pagare le 65 sterline – circa 74 euro – previsti fino ad oggi.

22 gennaio 2019