La Commissione europea fa il punto sulle misure di preparazione – e di emergenza – dell’Ue messe in campo per l’uscita della Gran Bretagna, preparano lo scenario per il “no deal”, vale a dire una Brexit senza alcun tipo di accordo, il 1° novembre 2019. Ipotesi che «rimane possibile, anche se indesiderabile», si legge in una nota diffusa oggi, 12 giugno. Sono già 18 le proposte legislative adottate dal Parlamento europeo e dal Consiglio in caso di “no-deal”; nel prossimo Consiglio sarà adottata anche la proposta di regolamento di emergenza sul bilancio dell’Ue per il 2019. A ciò vanno aggiunti 63 atti non legislativi e 93 avvisi preparati dalla Commissione.

Nonostante l’ulteriore rinvio dell’uscita al 31 ottobre, la Commissione ha convenuto che «non è necessario modificare nel merito alcuna misura», dato che quelle attuali «rimangono idonee allo scopo». Tuttavia dalla Commissione arriva l’invito a tutte le parti interessate «a sfruttare i tempi supplementari» per «garantire che i Paesi Ue abbiano adottato tutte le misure necessarie» in caso di Brexit. In particolare oggi sono state date indicazioni su settori quali la residenza dei cittadini e i diritti alla sicurezza sociale, le dogane e la fiscalità, i trasporti, la pesca, i servizi finanziari nonché i medicinali, i dispositivi medici e le sostanze chimiche.

Nel caso di “no-deal” non ci sarà periodo di transizione. Prevedibili «gravi perturbazioni per i cittadini e le imprese», e pesanti ricadute economiche negative «proporzionalmente maggiori nel Regno Unito rispetto agli Stati membri dell’Ue27». Inoltre, prima di discutere di futuri accordi, il Regno Unito dovrà chiarire come «proteggerà i diritti dei cittadini che godevano del diritto alla libera circolazione prima della Brexit», come onorerà gli obblighi finanziari assunti come Stato membro e come «preserverà la lettera e lo spirito dell’Accordo del Venerdì Santo e la pace nell’isola d’Irlanda, nonché l’integrità del mercato interno».

Al numero telefonico 00. 800.67891011 è ora disponibile una linea gratuita raggiungibile da ogni Paese Ue in ogni lingua per porre le proprie domande sulle implicazioni di uno scenario senza accordo.

12 giugno 2019