Bonus mamme, De Palo: «Serve una riforma fiscale strutturale»

Il presidente della Fondazione per la natalità: «Così non riparte la natalità. Il governo vuole dare seguito alle promesse fatte alle famiglie o erano solo dichiarazioni elettorali?»

«Io credo che il tempo dei bonus sia finito. È necessaria una riforma fiscale strutturale: se ne parla tanto, da tempo, ora bisogna farla, senza se e senza ma». Il presidente della Fondazione per la natalità Gigi De Palo interviene nel dibattito di questi giorni sul “bonus mamme”, evidenziando che «dimostra che questi bonus vengono fatti in fretta senza una reale pianificazione e senza calcolare le loro conseguenze fiscali. Non a caso – aggiunge -, come per la vicenda dell’assegno unico, vanno a peggiorare l’Isee e, quindi, a impedire alcuni dei servizi regionali e comunali, già di per sé insufficienti».

Il commento è senza appello: «I bonus non fanno ripartire la natalità. Se solo si avesse il coraggio di fare il Quoziente familiare, come aveva promesso questo governo, risolveremmo tutto – sono ancora le parole di De Palo -. Sono passati due anni e non c’è alcuna traccia. Le riforme si fanno lavorando tutti i giorni su certi temi, non di corsa quando c’è da trovare qualche avanzo di bilancio. Il governo vuole dare seguito alle promesse fatte alle famiglie o erano solo dichiarazioni elettorali?».

Intanto continua l’impegno della Fondazione, tenendo all’orizzonte l’appuntamento del 9 e 10 maggio con la IV edizione degli Stati generali della natalità, in programma a Roma, all’Auditorium Conciliazione. «Ci siamo dati l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi dell’inverno demografico e del futuro dei giovani impegnandoci attivamente nel cercare soluzioni concrete a livello nazionale e locale», riferisce De Palo. Per questo, «oltre all’appuntamento nazionale, siamo partiti da Bologna lo scorso 20 febbraio con il “Tour della natalità” in cinque tappe, e andremo a Palermo, Roma (il 15 novembre), Milano e Venezia fino al prossimo autunno, con una road map ben precisa per guidare il Paese verso quota 500mila nuovi nati entro il 2033, promuovendo dal basso un impegno bipartisan per vincere una sfida che riguarda tutti», conclude.

1° marzo 2023