Bonaccorsi: il centro storico di Roma «senza più tessuto sociale»

A parlare è la presidente del municipio I, che ha l’età media più alta di tutta la città, all’indomani dell’incontro dei “minisindaci” con il vicario Reina. La sfida della riqualificazione del territorio

Età media sempre più alta, carenza dei servizi, bed and breakfast sempre più numerosi. Neanche il centro storico, il “salotto” di Roma, è esente da problemi. Ne abbiamo parlato con Lorenza Bonaccorsi, presidente del I municipio, che giovedì 30 gennaio ha partecipato all’incontro dei presidenti dei municipi con il cardinale vicario Baldo Reina.

Cosa è emerso da questo primo incontro? Al dialogo seguiranno azioni concrete per il contrasto delle povertà a Roma?
È stato un incontro molto importante. Il cardinale ha convocato tutti i 15 presidenti dei municipi di Roma in Vicariato. Non era mai successo, da quando sono stata eletta questa è stata la prima volta. Da parte delle istituzioni e della Chiesa c’è la volontà di immaginare un percorso comune, di incontrarsi ogni mese, ogni mese e mezzo, per lavorare insieme sulle povertà lavorativa, abitativa, educativa emerse dal lavoro fatto dalla diocesi nei mesi scorsi. È un segnale davvero importante.

Quali sono le povertà riscontrate nel I municipio?
Siamo abituati a pensare che il I municipio sia un po’ il più “glamour” della città perché è il centro storico. Invece è un territorio bellissimo che soffre, con un tessuto socioantropologico che si sta dissolvendo. È sempre più complicato, caro, scomodo vivere qui. Ci sono sempre meno servizi ed è il municipio con l’età media più alta di tutto il Comune. Ci sono rioni con una vita molto intensa, attiva e al tempo stesso pieni di contraddizioni. Da una parte la multiculturalità – mi riferisco ad esempio all’Esquilino -, dall’altra la presenza di emarginazione sociale, di povertà e di fragilità. È un territorio immenso che va dalla Curva Sud dello stadio Olimpico a Santa Croce in Gerusalemme. Tante città racchiuse in un municipio e di conseguenza ci sono tante differenze. Sicuramente ha possibilità differenti rispetto a zone più periferiche. Sono consapevole delle potenzialità. Però sicuramente è un territorio che va molto attenzionato soprattutto per la continua perdita di residenti. È un problema perché se non ci sono più residenti non c’è più tessuto sociale e quindi arriva il degrado e tutto ciò che non è decoro.

Considerando queste sfide, quali sono le proposte del municipio e quindi le azioni che si intendono intraprendere per promuovere la riqualificazione del territorio?
Avendo una popolazione sempre più anziana, abbiamo la necessità di servizi che debbano essere sempre più vicini. Invece facciamo fatica, c’è poca accessibilità. Abbiamo potenziato la “seconda” sede del I municipio, quella che un tempo era la sede del municipio XVII, per portare servizi sui territori. Vogliamo aprirne una anche all’interno del mercato Esquilino per offrire i servizi anagrafici anche a quella parte del municipio. Vogliamo essere più presenti e più vicini possibile ai cittadini. Facciamo un lavoro importante sui centri anziani, alcuni dei quali quest’anno subiranno interventi strutturali per migliorarli. Creiamo interessi e lavoriamo per riempire di contenuti questi luoghi. Ci sono anche i centri giovani. Crediamo molto nella relazione tra le diverse età della vita e quindi abbiamo aperto, grazie al Comune e all’assessorato alla Cultura, aule studio, biblioteche, spazi dove incontrarsi. Negli ultimi due anni e mezzo ci siamo concentrati sulle emergenze, quindi i rifiuti e le infrastrutture. Nel 2025 vogliamo lavorare sull’infrastrutturazione dei marciapiedi, per renderli più accessibili e facilitare il cammino. Ci sono tante strade con marciapiedi distrutti.

Altro tema caldo è quello dei bed and breakfast. Data la crescente preoccupazione per gli effetti negativi della deregolamentazione, quali misure possono essere adottate per tutelare i centri storici?
Da una parte è un fenomeno straordinario di accoglienza, il problema è che non ha una regolamentazione e quindi si sta rivelando negativo. Le città, soprattutto quelle fragili, quelle con i centri storici fragili devono avere delle regole per autoregolamentarsi, darsi una sorta di pianificazione delle presenze dei bed and breakfast. Nessuno dice che sono brutti e cattivi. Il fenomeno non è regolato e questo comporta che interi palazzi sono diventati bed and breakfast in cui resiste un condomino che deve fare ogni giorno lo slalom tra trolley e immondizia lasciata ovunque. È un fenomeno massificato, gestito da remoto, vedi la questione delle key box (cassette di sicurezza per portachiavi, ndr), e questo fa sì che non vengano trasmesse neanche le informazioni basilari di convivenza civile. Se si vuole svolgere questa attività lo si fa dando tutte le informazioni e facendo rispettare le regole a coloro che vengono. I centri storici sono assaltati dai turisti e sono diventati da una parte supermarket di souvenir orrendi senza un controllo e senza un decoro, dall’altra con sempre meno residenti e sempre più bed and breakfast e alberghi che snaturano la natura vera di un centro storico di una città. Poi c’è il tema dell’abusivismo che si riallaccia con il tema della sicurezza. Gli amministratori pubblici fanno quello che possono ma devono intervenire coloro che si occupano di sicurezza e far rispettare le regole di questa città e di questo Paese.

11 febbraio 2025