Bombe sull’ospedale anglicano di Gaza

Centinaia le vittime. Hamas accusa Israele e dà la responsabilità agli Usa. L’esercito israeliano: «È stato un razzo della jihad islamica». Hezbollah proclama un «giorno di rabbia senza precedenti», per l’arrivo del presidente Usa Biden. L’Onu chiede il cessate il fuoco

A poche ore dall’arrivo in Israele del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, un razzo ha colpito ieri sera, 17 ottobre, l’ospedale anglicano Al-Ahli Arabi, nel centro di Gaza City. Le autorità di Hamas parlano di almeno 600 vittime. Secondo Al Jazeera la maggior parte dei feriti sono donne e bambini. La struttura infatti ospitava molte famiglie: in tutto circa un migliaio di sfollati, ha spiegato alla Bbc Richard Sewell, uno dei maggiori esponenti a Gerusalemme della Chiesa anglicana, che finanzia l’ospedale, totalmente indipendente da ogni fazione di Gaza. Alla fine della settimana scorsa, racconta, circa 6mila abitanti di Gaza, quasi tutte famiglie, si erano rifugiati nel cortile dell’ospedale che il 14 ottobre è stato colpito una prima volta, provocando il ferimento di quattro persone. Dopo questo attacco aereo la maggior parte degli sfollati ha lasciato l’ospedale, ma mille persone sono rimaste. Fino a ieri sera.

Il presidente palestinese Abu Mazen ha immediatamente proclamato tre giorni di lutto per «il massacro dell’ospedale». Un episodio che, scrive su X Hussein al-Sheikh, segretario generale del Comitato esecutivo dell’Olp, «non può essere tollerato dalla morale delle Nazioni. È in corso un genocidio – prosegue -. Facciamo appello alla comunità internazionale affinché intervenga immediatamente per fermare questo massacro. Il silenzio e i pregiudizi non possono essere più accettati». Ma l’esercito israeliano (Idf) smentisce. «L’ospedale non era un edificio sensibile e non era un obiettivo dell’esercito – si legge nel comunicato diffuso dalla Bbc -. L’Idf sta indagando sulla fonte dell’esplosione e, come sempre, dà la priorità all’accuratezza e all’affidabilità. Esortiamo tutti a procedere con cautela nel riferire affermazioni non verificate di una organizzazione terroristica». Poco dopo, un secondo comunicato attribuisce la totale responsabilità della strage a un razzo della Jihad islamica: un lancio fallito. «L’analisi dei sistemi operativi dell’Idf mostra che uno sbarramento di razzi nemici è stato lanciato verso Israele, passando vicino a un ospedale, che è stato colpito. Secondo le informazioni d’intelligence, provenienti da diverse fonti, la Jihad Islamica palestinese è responsabile del fallito lancio che ha colpito l’ospedale».

«Ferma condanna» del bombardamento è arrivata dall’Egitto, che ha parlato, attraverso il ministro degli Esteri, di una «grave violazione delle disposizioni del diritto internazionale e umanitario e dei valori più basilari dell’umanità», invitando Israele a «porre fine immediatamente alle sue politiche di punizione collettiva contro le popolazioni della Striscia di Gaza». Anche la Giordania «condanna fermamente l’attacco di Israele all’ospedale di Gaza» e considera lo Stato ebraico «responsabile per questi pericolosi sviluppi», si legge in una nota del ministero degli Esteri di Amman. Il portavoce Sufyan Al-Qudah ritiene che l’attacco «contraddica i principi di umanità e violi le regole di guerra». Di «brutale crimine di guerra e genocidio» parla il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanani. «Il regime sionista, continuando i suoi vergognosi crimini contro il popolo palestinese, commettendo questo crimine atroce e orribile – si legge in una nota diffusa sul canale Telegram del ministero -, ha dimostrato ancora una volta la sua ferocia e brutalità verso tutti».

Ancora, «l’espansione degli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza per includere ospedali, scuole e altri centri abitati – afferma il ministero degli Esteri del Qatar – è una pericolosa escalation». E il premier canadese Justin Trudeau usa due aggettivi per definire le notizie che arrivano da Gaza: «Orribili e assolutamente inaccettabili. Il diritto internazionale deve essere rispettato in questo e in tutti i casi – afferma -. Ci sono delle regole sulle guerre e non è accettabile colpire un ospedale». Russia e Emirati Arabi Uniti hanno chiesto per questa mattina, 18 ottobre, una riunione urgente e aperta del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Nelle parole del presidente del Consiglio europeo Charles Michel il raid «non è in linea con il diritto internazionale». Interpellata sullo stesso tema, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha declinato ogni commento in attesa di «conferme».

Il leder di Hamas Ismail Haniyeh attribuisce agli Stati Uniti la responsabilità dell’attacco all’ospedale, «a causa della copertura che danno all’aggressione israeliana», afferma ad Al Jazeera, aggiungendo che il massacro conferma la «brutalità» di Israele e la portata della sua «sconfitta», dopo l’attacco del 7 ottobre. Lancia quindi un appello ai palestinesi nei territori occupati a insorgere contro l’occupazione israeliana. Reuters intanto informa che il portavoce della Jihad islamica ha negato ogni responsabilità del gruppo nel bombardamento dell’ospedale a Gaza, respingendo le accuse di Israele. Ed Hezbollah proclama un «giorno di rabbia senza precedenti», riferisce al Arabiya, contro Israele e in occasione dell’arrivo in Medio Oriente del presidente Usa Joe Biden. Biden avrebbe dovuto partecipare oggi, 18 febbraio, a un summit a 4, ad Amman, in Giordania, su Gaza e il futuro dei palestinesi, con il re di Giordania Abdullah, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e il presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas. Dopo che quest’ultimo ha annullato la sua partecipazione, in seguito all’attacco sull’ospedale di Gaza, la Giordania ha cancellato il vertice.

Proprio ad Amman sono scoppiate, nella serata di ieri, proteste davanti all’ambasciata israeliana, anche se forze di sicurezza giordane smentiscono un assalto. Proteste anche a Ramallah e in altre parti della Cisgiordania, contro il presidente palestinese Abu Mazen. Agitazioni degenerate in scontri tra manifestanti e polizia palestinese, riferisce Sky News. A Beirut, riferiscono i media internazionali, la polizia libanese ha sparato lacrimogeni sui manifestanti pro palestinesi che tentavano di avanzare verso la sede dell’ambasciata americana. Bandiere palestinesi pure davanti al Consolato di Israele a Istanbul, nel quartiere di Levent, sulla sponda europea della città, in contemporanea con le manifestazioni contro Israele che si sono svolte anche in molte altre città turche, in varie parti del Paese.

Sempre più caldo intanto il fronte tra Israele e Libano, dove «dopo il lancio di razzi anticarro» l’esercito israeliano «sta colpendo con l’artiglieria» postazione di Hezbollah, riferisce un portavoce delle forze di difesa israeliane. Cinque i miliziani di Hezbollah rimasti uccisi: è il numero più alto di vittime in una singola giornata dall’inizio del conflitto tra Israele e Hamas. E gli Usa consigliano formalmente ai cittadini americani di evitare di recarsi in Libano, vista la minaccia incombente di un secondo fronte al confine tra Israele e le forze di Hezbollah, parlando di «potenziale conflitto armato».

Il segretario generale Onu Antonio Guterres chiede «un immediato cessate il fuoco per scopi umanitari», nel mezzo del conflitto tra Hamas e Israele che «sta colpendo civili con pesanti conseguenze», come dimostra l’attacco all’ospedale, che condanna con fermezza. «Il mio cuore – afferma – è con le famiglie delle vittime. Gli ospedali e il personale medico sono protetti dal diritto internazionale». Per il segretario delle Nazioni Unite, gli attacchi di Hamas contro Israele non giustificano la «punizione collettiva del popolo palestinese. Non è possibile – ribadisce – infliggere tali punizioni alla popolazione». Dall’altra parte, ad Hamas chiede il «rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi». Affermando di essere «pienamente consapevole delle profonde lamentele del popolo palestinese dopo 56 anni di occupazione», rimarca che «per quanto gravi siano queste rimostranze, non possono giustificare gli atti di terrore commessi da Hamas il 7 ottobre».

Sugli ostaggi, un dirigente di Hamas ha riferito a NBC News che il gruppo è disposto al rilasciare immediato di tutti i civili, stranieri e israeliani, se Israele interromperà i suoi attacchi aerei su Gaza. Il funzionario ha precisato che gli ostaggi potrebbero essere rilasciati entro un’ora se Israele si ferma. Ora però non esiste un posto sicuro dove rilasciarli. Per il rilascio dei oldati israeliani tenuti in ostaggio invece Hamas chiede la liberazione di tutti i palestinesi detenuti nelle carceri israeliane.

18 ottobre 2023