Biotestamento, il Forum: «Famiglie ancora una volta lasciate sole»
Ramonda (Associazione Papa Giovanni XXIII): «Non esiste alcun diritto alla morte. Legge con errori frutto della fretta». Gigli (Movimento per la vita): «Fotografia di un Paese votato all’estinzione e privo di speranza»
«Si è fatta la scelta più semplice, confondendo cura del malato con accanimento terapeutico e introducendo di fatto l’eutanasia omissiva». Il Forum delle associazioni familiari affida a una nota il commento all’approvazione della legge sul biotestamento, ieri, 14 dicembre, nell’Aula del Senato. «Ben più utile ed efficace – si legge nel testo – sarebbe stato offrire alle famiglie un aiuto nell’assistenza ai malati terminali. Ma come sempre le famiglie vengono abbandonate a se stesse nel gestire situazioni di dolore e di sofferenza, con l’aggravante che l’impossibilità di obiezione di coscienza da parte dei medici mina, invece di favorire, il rapporto con il malato e con i familiari».
Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, entra nel dettaglio, identificando gli «errori, frutto della fretta», gli elementi che «rendono questa legge sbagliata»: anzitutto il «considerare l’idratazione e la nutrizione artificiale come terapie», ma anche «l’ambiguità sull’obiezione di coscienza» e «il ruolo dei tutori». Per Ramonda «non esiste un diritto alla morte ma solo un diritto alla vita». Di qui l’auspicio che «la prossima legislatura possa porre rimedio agli errori fatti».
Con l’approvazione della legge sul biotestamento, rilancia il presidente del Movimento per la vita italiano Gian Luigi Gigli, si è introdotta «l’eutanasia omissiva da sospensione di cure nel nostro ordinamento, spingendo l’Italia su un pendio scivoloso che vedrà altre e peggiori offese al diritto alla vita. Era davvero questa legge la priorità di fine legislatura?», si chiede Gigli. E definisce «tragico» che «in un Paese sempre più vecchio e con sempre meno nascite, invece di mettere in atto valide politiche familiari e di sostenere forme di relazioni più solidali, la priorità sia divenuta quella di aiutare le tendenze suicidarie degli individui. Sembra la fotografia di un Paese, l’Italia, votato all’estinzione – conclude – e privo di speranza nel futuro». Proprio per questo «ci sarebbe estremo bisogno di accogliere l’invito del presidente della Cei, ricomponendo la frattura che si è determinata in politica tra cattolici del sociale e cattolici della morale».
15 dicembre 2017