Berlinsani e madre Moroni, aperte le cause di beatificazione

Nell’Aula della Conciliazione, in Vicariato, il primo atto per il sacerdote e la religiosa. Monsignor Oder: «Furono vicini alle ragazze di Roma»

Nell’Aula della Conciliazione, in Vicariato, il primo atto per il sacerdote e la religiosa. Monsignor Oder: «Furono vicini alle ragazze di Roma»

 «Ho la gioia di dare inizio oggi alle cause di beatificazione e canonizzazione di padre Cosimo Berlinsani e di madre Anna Moroni, fondatori della congregazione delle Suore oblate del Bambino Gesù»: ha aperto così, venerdì scorso, l’inchiesta diocesana monsignor Slawomir Oder, vicario giudiziale del Tribunale diocesano, nell’Aula della Conciliazione in Vicariato. Il discorso di monsignor Oder si è tenuto dopo la concelebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo Lorenzo Chiarinelli nella chiesa delle Suore oblate.

«Cosimo ebbe una precoce vocazione sacerdotale, ma, per uno spirito come il suo tutto slanciato verso la perfezione cristiana, non poteva bastare la comoda vita di un prete diocesano nell’opulenta Roma papalina del XVII secolo», ha raccontato monsignor Oder ripercorrendo i passaggi salienti della vita del sacerdote e della religiosa. Nati e vissuti nel ’600, padre Berlinsani e Anna Moroni decisero di spendere la loro opera per recuperare donne perdute o in situazioni difficili: prostitute o povere madri in difficoltà.

«Nel 1662 padre Cosimo e Anna Moroni – ha continuato monsignor Oder – tentarono una grande impresa: aprire una scuola di religione per le ragazze della parrocchia e delle altre zone di Roma. Si erano resi ben conto che, tra i tanti problemi che affliggevano la gioventù femminile romana del loro tempo, quello più grave era l’ignoranza in cui versavano le ragazze». Anna, mandata a servizio giovanissima, aveva patito le sofferenze di una vita disagiata, ma nel tempo aveva rafforzato la sua fede: «Le vite dei due religiosi si completavano armonicamente nella spiritualità, nutrendosi vicendevolmente nella fede per realizzare, in tale unità e nella rettitudine cristiana, il progetto d’amore affidato loro da Dio».

«Sono due figure splendide del Seicento, hanno intercettato la spiritualità dell’accoglienza dei piccoli, dei poveri, soprattutto nei rioni della città di Roma del Seicento – spiega padre Davide Carbonaro, postulatore della causa di beatificazione insieme a padre Josef Sciberras -. Sia padre Cosimo che madre Anna crearono delle accoglienze occupandosi oltre che dei bisogni materiali, anche della catechesi. Strapparono molte persone dalla povertà umana e spirituale».

Accoglienza, parola chiave nelle vite dei due Servi di Dio: «Loro l’hanno realizzata. I Santi sono gli anticipatori dei segni dei tempi – continua padre Carbonaro -. Oggi l’accoglienza è un’apertura di cuore, è costruire una casa, una dimora per quanti vivono nella nostra storia e anche nella nostra citta di Roma». Per padre Carbonaro, un esempio attuale: «Proprio oggi, in cui la parola “accoglienza” si carica di significati negativi, il Signore suscita per la nostra comunità cristiana modelli di santità del passato che ci possano ridire che la parola “accoglienza” è evangelica».

 

5 giugno 2015