Berenice King: «Nostra madre ci disse di non odiare l’assassino»

La figlia più piccola di Martin Luther King racconta ai microfoni di Tg2000 quel 4 aprile del 1968 che vide l’assassinio del pastore, padre dei diritti civili. «Ogni cosa che ha fatto era radicata nella fede»

«Devo odiare la persona che ha ucciso mio padre?». Berenice Albertine King, la figlia minore di Martin Luther King, racconta ai microfoni di Tg2000, il telegiornale di Tv2000, quel 4 aprile del 1968 nel quale venne assassinato a Memphis, a soli 39 anni, il pastore protestante, leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani. E quella domanda rivolta alla madre dalla sorella Jolanda. «Lei rispose subito: “No”». Berenice aveva 5 anni. Solo molto dopo, a 16 anni, «guardando il documentario “Montgomery to Memphis” davanti alle immagini del funerale di mio padre cominciai a piangere per la prima volta. E piansi per due ore – riferisce, intervistata da Pierluigi Vito -. Mi resi conto davvero di cosa mio padre aveva provato a fare. Credo che quello sia stato il mio primo vero momento di consapevolezza». Poi, parlando del padre: «Ogni cosa che ha fatto, ogni sermone pronunciato, ogni messaggio lanciato, tutto era fondato sulla Bibbia. Anche se utilizzava testi liberali, lo spirito di ogni suo messaggio veniva dalla sua fede cristiana».

5 aprile 2018