Benedetto XVI, “Papa del coraggio”

Presentato il libro del vaticanista Mimmo Muolo. L’arcivescovo Fisichella: il significato della rinuncia. Padre Lombardi: nessun discredito da Vatileaks

Presentato il libro del vaticanista di Avvenire Mimmo Muolo. L’arcivescovo Fisichella: il significato della rinuncia. Padre Lombardi: nessun discredito da Vatileaks

È firmata dall’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, la prefazione del volume “Il Papa del coraggio. Un profilo di Benedetto XVI”, del vaticanista di Avvenire Mimmo Muolo, presentato ieri pomeriggio, 3 maggio, nella Sala Marconi della Radio Vaticana. E proprio da Fisichella è arriva l’indicazione della prima chiave di lettura del libro: «Il coraggio della rinuncia». Un gesto, quella della rinuncia al soglio di Pietro, che, «come ha detto lo stesso Francesco, ha aperto alla possibilità più concreta, a determinate condizioni, che il Papa possa rinunciare al pontificato», ha spiegato, che l’opinione pubblica ha vissuto «in chiave emotiva» ma che «non è stato dettato dall’emozione».

Ancora, il presule ha sottolineato un’altra chiave di lettura, di cui parla anche nella prefazione: «La differenza tra il Papa reale e il Papa percepito». Il primo, quello reale, «è facile da identificare; l’altro dipende dalle mediazioni che vengono fatte», ha puntualizzato, sottolineando «il dispiacere di un uomo che si è visto spesso volutamente equivocato e frainteso». Andare alla «sostanza», alla «verità» del pontificato è il merito che al volume di Muolo ha riconosciuto anche padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione Ratzinger e già portavoce della Santa Sede negli anni del suo pontificato. Il religioso è tornato con la memoria anche allo scandalo Vatileaks, evidenziando che «nessuna carta emersa ha potuto gettare la pur minima parte di discredito sulla figura di Benedetto XVI, ma pochi lo hanno messo in evidenza». Il taglio scelto da Muolo invece è appunto quello di «andare alla verità del pontificato, smascherando interpretazioni parziali o inadeguate, se non proprio ingiuste valutazioni e prospettive negative e frequenti, che hanno trovato ampio spazio, quasi preponderante nella raffigurazione del pontificato da parte dei media».

Altra direttrice del pontificato messa in evidenza da Muolo, il rapporto Chiesa-mondo, caratterizzato dalla volontà di Ratzinger, «grazie alla sua formazione intellettuale», di «instaurare un dialogo sincero con la cultura dominante sfidata sul suo stesso terreno». Al centro, il concetto di «ragione allargata», attuale ancora oggi, come base per «cercare terreni comuni per poterci intendere su cosa sia la civiltà». In realtà, ben prima della rinuncia, ha evidenziato moderando l’incontro il vaticanista Andrea Tornielli, Benedetto XVI «ha sempre percepito che è il Signore a condurre la barca di Pietro»: per lui «il programma di governo non è fare la propria volontà ma la volontà del Signore, all’interno di una Chiesa che non guarda a se stessa ma a Gesù Cristo e al suo mistero». Tra gli aspetti profetici che hanno preceduto il pontificato, Tornielli ha citato una conferenza sui «nuovi pagani», che «sono all’interno, non all’esterno della Chiesa», ammoniva Ratzinger sei anni dopo la sua esperienza da cappellano del Preziosissimo Sangue a Monaco di Baviera, dove aveva a che fare con i giovani dell’alta borghesia.

4 maggio 2017