Benedetto e Francesco, «diversi ma mai divisi»
Presentato il libro di Rosanna Virgili dedicato ai due Papi che hanno convissuto per 10 anni, uno emerito e l’altro regnante: un «volto di Chiesa non piramidale ma fraterna»
Papa Francesco e il suo predecessore Benedetto XVI come modello di unità e di comunione. A presentarli così è la teologa e biblista Rosanna Virgili – che su Romasette.it cura la rubrica Le donne nella Bibbia -, nel suo ultimo libro edita dalla San Paolo, presentato ieri pomeriggio, 11 dicembre, nella libreria delle Paoline di San Giovanni in Laterano. Con l’autrice, il giornalista Orazio La Rocca, già vaticanista de La Repubblica, che ha parlato di un testo «sapiente», che «ha il pregio di farci conoscere ancora di più due grandi riformatori della Chiesa contemporanea, inquadrando le due figure in un contesto biblico». Ha animato il confronto anche Patrizia Morgante, accompagnatrice spirituale, convinta che «da questo libro coraggioso possiamo imparare l’unione delle differenze», laddove «le polarizzazioni ci feriscono nell’epoca dei talk show e dello scontro in cui l’altro non viene riconosciuto a priori perché diverso».
Intitolata “Benedetto e Francesco. Due Papi diversi, ma mai divisi”, l’opera intende «cogliere gli anelli di continuità» tra i due pontefici e «l’arricchimento vicendevole tra loro», laddove «le differenze sono ricchezze per la Chiesa», come ha spiegato la stessa Virgili. L’autrice ha infatti sottolineato come «i 10 anni» in cui Papa Benedetto XVI è stato emerito con Francesco regnante «sono stati un’occasione per proporre un volto nuovo di Chiesa, non piramidale ma fraterna», offrendo «un modello della Chiesa davvero binario, dove ci sono Pietro e Giacomo, Paolo e Barnaba e dove nei Vangeli Gesù chiama e manda i discepoli a due a due» per dire che «è una fraternità quella che governa la Chiesa», alla luce di «una geometria completamente diversa da quella del mondo».
Ancora, Virgili ha osservato come nel «suo ultimo discorso» Ratzinger «è stato provvidenziale in questo senso, affermando di consegnare la Chiesa al vero pastore, che è il Signore», facendo così «comprendere con il gesto rivoluzionario della rinuncia a esercitare il governo della Chiesa che il Papa non è Gesù Cristo ma il suo vicario»; da questo nasce «la ragione profonda» che ha animato l’autrice nella stesura di questo libro «affinché la Chiesa non perdesse questa occasione di mostrare questa testimonianza del Signore risorto» ossia che è «dove due o più sono riuniti nel suo nome» che lui è ancora presente.
Ecco allora «l’importanza di saper leggere in una chiave orizzontale le differenze», sono ancora le parole di Virgili, specie per chi «intende la Chiesa» e guarda ad essa secondo lo schema «dell’aut-aut». Invece è «urgente», per la biblista, «scrivere e testimoniare l’importanza della comunione, senza limitarsi a riconoscere la testimonianza cristiana nella ragione dell’uno o dell’altro», perché «essere Chiesa non è avere un’idea ma essere legati alla vita dell’altro» e se «oggi pensiamo all’altro come individuo» può essere invece utile guardare all’Antico Testamento, dove al centro c’è «la persona che è fatta di legami che noi abbiamo perduto e questo ci consegna alla solitudine». Quindi Virgili ha ribadito come «i 10 anni» che la Chiesa ha vissuto avendo due Papi sono stati realmente «un’occasione per cogliere questa dimensione della bellezza di essere e sentirsi popolo», laddove già nel libro della Genesi si legge che «non è bene che l’essere umano sia solo» poiché «nessuno si salva da solo».
Nello specifico poi l’autrice ha riconosciuto nel «sensus Ecclesiae» il punto di contatto primario tra i due pontefici, che «hanno avuto entrambi una fedeltà alla Chiesa straordinaria» e ha letto nel riconoscimento della «mancanza di vigore di Benedetto XVI» non solo una carenza fisica ma pure «intellettuale» da intendersi come «un punto di vista» di cui Ratzinger aveva avvertito «il bisogno per il governo della Chiesa – sono ancora le parole di Virgili -, ed ecco che arriva dall’altra parte del mondo Papa Francesco con una visione della Chiesa da un’altra prospettiva, per declinare un cristianesimo significativo» in modo nuovo, laddove «la prospettiva europea» non è più sufficiente «per essere significativa nel nuovo Occidente». In conclusione, per Virgili l’agire di Francesco «non si reggerebbe senza la “scheletratura” razionale di Ratzinger», che «ha per primo stabilito il suo rapporto con il Papa regnante», scegliendo per sé «di dare spessore a chi guida la Chiesa con la preghiera» e «chi guida la Chiesa è lo Spirito Santo che proprio nella preghiera si rivela».
12 dicembre 2023