Bellezza e bontà, vie per il dialogo

Al Seraphicum l’incontro con il cardinale Ravasi e l’imam Pallavicini (presidente Coreis), a 800 anni dall’incontro tra Francesco d’Assisi e il Sultano d’Egitto

Celebrare l’ottavo centenario dell’incontro tra Francesco d’Assisi e il Sultano d’Egitto ma anche  esplorare le nuove prospettive del dialogo interreligioso alla luce del “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” sottoscritto lo scorso febbraio dal pontefice e dal Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb. Questi gli obiettivi che hanno animato il convegno ospitato il 31 ottobre dalla Pontificia Facoltà Teologica “San Bonaventura” – Seraphicum, dal titolo “La fratellanza umana sui passi di frate Francesco e del sultano al- Kamil”. A fare da filo conduttore, i temi della condivisione, dell’accoglienza reciproca e del dialogo.

Cardinale Gianfranco Ravasi e imam Yahya Pallavicini«Il dialogo perfetto interreligioso ed ecumenico che approda alla totale unità è una questione squisitamente escatologica», ha esordito il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, commentando un passo del Corano (Sura 5,48). «Qui si afferma che a ciascuno è stata assegnata una via e una regola mentre se Dio avesse voluto ne avrebbe fatta una sola – ha aggiunto Ravasi -. Un passaggio importante che ci consente di richiamare una delle grandi vie per il dialogo interreligioso: la medievale via pulchritudinis (ovvero “della bellezza”) che è tipicamente cristiana ma indirettamente appartenente a tutte le religioni». Un percorso estetico e un itinerario di fede le cui tappe sono state evocate dal porporato nel suo discorso a braccio: «La prima è il cosmo e la sua rivelazione che, come ci suggerisce il Salmo 19, è silenziosa ma scritta», ha spiegato. Seguono, poi, la persona umana, le cui «ferite e fragilità, se assunte su di sé, possono diventare bellezza»; la parola, «punto di partenza della Rivelazione diventata il grande lessico della tradizione culturale dell’Occidente» grazie alla sua capacità di generare arte; infine, Cristo, «la bellezza per eccellenza che unisce in sé umanità e divinità», ha concluso il cardinale.

Fr Emanuele RimoliAccanto alla bellezza, un altro tema cardine sviluppato nel corso dell’incontro è quello della bontà. «Nella dottrina islamica una delle declinazioni a proposito della bontà è l’espressione e ritrasmissione del bene – ha commentato l’imam Yahya Pallavicini, presidente della Coreis, la Comunità religiosa islamica italiana -. L’errore più grande dell’uomo consiste quindi nello strumentalizzare le ricchezze donate da Dio per fini di esclusivo potere personale». Richiamandosi per ultimo al Documento di Abu Dhabi e al testo“La Fratellanza per la conoscenza e la cooperazione”, firmato da 22 leader e intellettuali musulmani, l’imam ha precisato che «la speranza è quella di sviluppare un lavoro fraterno che possa proteggere la dignità dei credenti, dei luoghi di culto e di educazione interreligiosa, favorendo così un dialogo e una giustizia fondati sul rispetto consapevole del sacro».

suor Kathleen Warren (Loyola University), Paola Francesca (missionaria in Siria per 40 anni)Valori, quelli della libertà religiosa e della pace, promossi già nel XIII secolo da due grandi ispiratori del dialogo, il cui incontro risulta ancora oggi carico di significato. «Dopo 800 anni quell’evento è ancora portatore di un messaggio radicale sulla fratellanza umana, per questo è necessario trovare nuove modalità per attualizzarlo», ha dichiarato suor Kathleen Warren della Loyola University. A concludere l’incontro l’intervento di Paola Francesca, Piccola Sorella di Gesù missionaria in Siria per 40 anni: «Riscoprire la fratellanza umana ci fa vivere relazioni sane nel rispetto delle diversità di temperamento, cultura e fede. Un’occasione d’oro per allargare i nostri cuori».

4 novembre 2019