Bebe Vio e Federico Morlacchi portabandiera dell’Italia alle Paralimpiadi di Tokyo

Pancalli (Comitato italiano paralimpico): «Con il loro esempio, in gara come nella vita, hanno ispirato tantissime persone». Vio: «È un sogno che diventa realtà»

La delegazione italiana che parteciperà alle ormai prossime Paralimpiadi di Tokyo sarà guidata da Beatrice Vio e Federico Morlacchi. Lo ha reso noto ieri, 16 giugno, il presidente del Comitato italiano paralimpico (Cip) Luca Pancalli. «Due atleti che con le loro prestazioni hanno scritto e continueranno a scrivere pagine memorabili di sport, a livello nazionale e internazionale, e che con il loro esempio, in gara come nella vita, hanno ispirato tantissime persone», ha detto presentando i due portabandiera, nella sede Cip in via Flaminia Nuova. Annunciati anche i nomi del capo missione del Chief medical officer: rispettivamente, Juri Stara, segretario generale del Cip, ed Emiliana Bizzarrini.

«Il doppio portabandiera, prima volta nella nostra storia, introduce un principio di civiltà che rappresenta un valore aggiunto – ha detto ancora Pancalli -. Siamo grati agli organismi internazionali per aver introdotto questa opportunità e felici di poter dare la giusta rappresentazione di una delegazione che, in questa edizione, avrà una equa presenza di atlete e atleti». Gratitudine e soddisfazione anche nelle parole dei due atleti che saranno alla guida della delegazione azzurra. «Sono felicissima, è un sogno che diventa realtà. Ho sempre dato il massimo per realizzare questo desiderio che coltivo sin da Londra 2012 – le dichiarazioni di Bebe Vio, riportate dal Cip -. Spero in questo modo di poter ispirare tante bambine e tanti bambini che vogliono cominciare un percorso nello sport paralimpico. A loro voglio dire: se hai una buona squadra e un sogno nel cassetto puoi raggiungere qualsiasi obiettivo!».

Anche Federico Morlacchi ha confidato che «da tanto tempo lo sognavo e lo speravo. Si tratta dell’onore più grande per un atleta. In pochi riescono a raggiungere le Paralimpiadi, pochissimi hanno il privilegio di diventare portabandiera. Si tratta di un riconoscimento bellissimo per quanto fatto in questi anni di carriera – ha aggiunto – ma anche di una responsabilità nei confronti del movimento. Sono felice!».

17 giugno 2021