Beato Angelico, «testimone della bellezza di Dio»

Il cardinale Vallini ha presieduto il Vespro solenne dedicato all’artista sepolto a Santa Maria Sopra Minerva: «È stato pittore della tenerezza»

Il cardinale Vallini ha presieduto il Vespro solenne dedicato all’artista sepolto a Santa Maria Sopra Minerva: «È stato pittore della tenerezza» 

Per gli antichi greci il binomio bellezza-bontà era inscindibile: ciò che esteticamente suscitava piacere aveva altrettanto valore sul piano morale. Per questo, l’arte era ed è veicolo non solo di forme ma anche di contenuti. Questo accostamento tra i due piani, esteriore ed interiore, è stato proposto anche dal cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi, in occasione del Vespro Solenne che ha presieduto venerdì sera, 17 febbraio, nella Basilica di Santa Maria Sopra Minerva, alla vigilia della memoria del Beato Angelico, patrono degli artisti e di tutti coloro che operano nel mondo delle arti che è sepolto proprio in questa chiesa.

«La bellezza del patrimonio artistico – ha detto il porporato – è riflesso della grandezza di Dio e voi che operate nell’ambito dei Beni Culturali avete una grande responsabilità» perché valorizzare «quella scintilla divina che si manifesta nell’artista significa mostrare al mondo la bellezza del Creato». La preghiera del Vespro, cui ha partecipato anche il vescovo Lorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficio per la Pastorale Universitaria, si inseriva nel programma del Simposio di tre giorni organizzato in occasione della festa del Beato Angelico dalla Diaconia della Bellezza – fondazione che riunisce artisti cattolici di diversi ambiti –, e sostenuto dal Vicariato e dai padri Domenicani.

Vallini ha sviluppato la sua breve omelia a partire dal testo della lettera paolina ai Filippesi che ha definito autobiografica: «Paolo rivela se stesso e la sua esperienza di fede definendo nullo ogni guadagno se privo dell’incontro con Dio», ecco perché, ha spiegato, «bisogna tornare all’episodio della conversione di Damasco quando la perdita della vista diventa l’occasione per riflettere davvero sulla grande luce e motivo di rivoluzione della propria esistenza».

San Paolo, quindi, trova in Cristo il suo senso, «in Lui, capisce se stesso – ha detto ancora il cardinale – e comprende che tutto è relativo rispetto a questo incontro che anche per noi deve continuare ad essere fiamma interiore» capace di renderci «responsabili in ogni ambito della nostra vita, dalla famiglia al lavoro». Il Beato Angelico è stato un autentico testimone di Dio con la sua stessa arte: «lui, pittore della tenerezza – ha spiegato Vallini – ne ha compreso la grandezza e, avendola interiorizzata, ha voluto e saputo esprimerla». Quindi, l’augurio «affinché la bellezza che viene da Dio renda ogni tormento superabile e guidi la nostra vita portandoci ad essere costruttori di un mondo migliore».

Per questa solenne celebrazione è stato concepito un Vespro interamente musicale, ossia cantato e accompagnato dagli strumenti secondo quella che era la prassi del XV secolo, cioè i tempi del Beato Angelico. Gli interventi musicali sono stati curati dal Sistema dell’Afam (l’Alta formazione artistica, musicale e coreutica) del Ministero dell’Istuzione, dell’Università e della Ricerca, del Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma e dei Conservatori di Roma, Latina e Frosinone nonché dal Coro polifonico Musicanova.

 

20 febbraio 2017