Baturi (Cei): «L’obiettivo della pace richiede l’educazione alla pace e le scelte conseguenti»

Al termine della sessione primaverile del Consiglio permanente, il segretario generale ha risposto alle domande dei giornalisti. Tra i temi, il commercio delle armi

Autonomia differenziata, corsa agli armamenti, indagine sulla diocesi di Ozieri. E ancora, la questione della scuola chiusa per il Ramadan a Pioltello e il microcredito sociale, in vista del Giubileo, da realizzare tramite Caritas italiana. Al termine dei lavori della sessione primaverile del Consiglio permanente, il segretario generale Cei Giuseppe Baturi ha risposto alle domande dei giornalisti, nella conferenza stampa di chiusura, spaziando a 360 gradi sui nodi critici del presente. Ed esprimendo anzitutto «preoccupazione e perplessità», da parte dei vescovi, «per un allargamento delle differenze che possono far cadere in un particolarismo istituzionale».

Il riferimento è al tema dell’autonomia differenziata. «Presto – ha assicurato – svilupperemo una posizione unitaria. Il nostro Paese deve poter reggersi secondo legami di solidarietà, intervenendo sulle disuguaglianze e prestando attenzione a dinamiche e meccanismi istituzionali che potrebbero allargare le disuguaglianze nell’accesso ai servizi fondamentali». Proprio per questo, ha ripetuto, «c’è preoccupazione, c’è perplessità, anche perché siamo in un momento in cui serve un rilancio dell’Europa: come hanno detto i vescovi europei, occorre rilanciare l’Europa come sistema di protezione delle persone e delle comunità. In quest’opera di rilancio, l’Italia deve poter intervenire come un Paese unito».

Baturi ha dato voce all’invito dei vescovi italiani a mantenere alta l’attenzione «su scelte legislative non in linea con il magistero e con i principi sanciti dall’articolo 11 della Costituzione». E puntando l’obiettivo sul tema della corsa agli armamenti – «che ci sta a cuore, al di là delle contingenze» -, ha ricordato che «non si tratta di un tema nuovo: anche prima dell’invasione russa dell’Ucraina, nel Messaggio per la pace del 2020 Papa Francesco aveva fatto notare che in tutto il mondo si stavano superando gli stanziamenti del periodo relativo alla fine della guerra fredda, mentre diminuivano gli stanziamenti globali sull’educazione».

Fondamentale anche la «trasparenza», che implica la garanzia che «il commercio delle armi, che non ci può vedere favorevoli, comunque sia tracciabile. Tra i vescovi – ha continuato Baturi – c’è preoccupazione per scelte legislative che possano rendere ancora meno legittimo questo processo. Sia i vescovi che il presidente della Cei hanno espresso molte perplessità a riguardo». Citando la possibilità  dell’obiezione di coscienza, ha sottolineato che «il tema fondamentale è educare alla è pace: per preparare alla pace bisogna educare gli uomini alla pace, come ha detto il cardinale Zuppi. Al di là delle questioni legislative, si tratta di un problema culturale: il primato della persona e la salvaguardia della vita, della giustizia e della libertà dovrebbero sempre venire prima rispetto ad atteggiamenti agonistici. L’obiettivo della pace – ha rimarcato – richiede l’educazione alla pace e le scelte conseguenti».

Tra le domande dei giornalisti, anche l’indagine giudiziaria riguardante la diocesi di Ozieri, e in particolare i fondi della Cooperativa Spes, nella quale risulta coinvolto anche il vescovo Corrado Melis. «Confidiamo che si possano chiarire gli elementi, ma potremmo intervenire con più consapevolezza quando avremo maggiore cognizione delle contestazioni», la replica del segretario Cei, che ha assicurato la vicinanza al confratello «nella preghiera e con l’affetto. Sul versante della carità – ha ricordato – ci sono diversi filoni di finanziamento attraverso l’ottoxmille, annuali e legati a specifici progetti».

In merito invece alla scuola chiusa a Pioltello per il Ramadan, ha affermato che «la necessità del rispetto del fatto religioso e dell’identità delle comunità religiose, da parte dello Stato, è un fatto positivo, appartiene alla laicità tipica dello Stato italiano. La laicità all’italiana – ha ricordato citando una sentenza della Corte Costituzionale – non sopprime le identità religiose, ma le promuove in un contesto di rispetto vicendevole». Questo, però, deve avvenire «in un contesto istituzionale di rispetto di norme e di procedure. Non so se nel caso specifico si sia rispettato tutto il percorso amministrativo, ma in generale vale il rispetto per ogni forma di libertà religiosa».

Ai giornalisti infine Baturi ha parlato del progetto di microcredito sociale che la Chiesa italiana intende realizzare, in vista del Giubileo, tramite Caritas italiana. «Una forma di aiuto a chi vuole aiutare», l’ha definito, aggiungendo che «l’iniziativa dovrebbe prevedere l’istituzione di un fondo che permetterà di sostenere quanti hanno difficoltà ad accedere al credito ordinario. Non si tratta solo di offrire un aiuto economico – ha precisato -, ma di creare in torno alla persona una rete di solidarietà in grado di accompagnarla, grazie a un intervento che colmi anche quel deficit di solitudine dentro cui la povertà economica si dilata». La cifra stanziata è di diversi milioni di euro. Si tratta, nelle parole del presule, di «un segno distintivo della solidarietà della Chiesa italiana per il Giubileo». Un fondo «che chiede a diversi soggetti di incrementarlo, anche con contributi di privati. Si stanno studiando i tetti massimi per reddito e le forme di coinvolgimento delle comunità sociali. I dettagli verranno presentati nei prossimi mesi», ha assicurato.

21 marzo 2024