Battistini, presi i rom ricercati

Arrestati questa mattina in un campo agricolo dagli uomini della questura di Roma. Il sindaco «Il Comune sarà parte civile»

Arrestati questa mattina in un campo agricolo dagli uomini della questura di Roma. Il sindaco «Il Comune sarà parte civile»

Rintracciati grazie al cellulare. Cella dopo cella la polizia ha stretto il cerchio intorno ai due rom ricercati per l’incidente avvenuto mercoledì scorso, in via Mattia Battistini, dove ha perso la vita una donna di 44 anni e altre otto persone sono rimaste ferite. Tracciando il perimetro dei loro spostamenti, da via Battistini fino alla periferia Est della città, gli uomini della squadra mobile di Roma li hanno ritrovati questa mattina, che vagavano senza meta in un campo nel quartiere Massimina, a poca distanza dal campo nomadi di via della Monachina. Si tratta di due ragazzi di 17 e 19 anni. Portati negli uffici della questura, dovranno ora rispondere di omicidio volontario e ripercorrere minuto per minuto tutte le fasi di quella tragica corsa in auto. Saranno interrogati oggi, dai pm coordinati dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani.

Sembrerebbe che alla guida del mezzo ci fosse proprio il 17enne, marito della ragazza rom arrestata subito dopo l’incidente. Importante per gli inquirenti è stata la testimonianza della madre del 17enne. I due non hanno mai lasciato la Capitale e, dal giorno dell’incidente le ricerche non si sono mai fermate.

La notizia della cattura è stata confermata dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano che, soddisfatto, ha commentato: «Ringrazio la polizia per le indagini scrupolose e per l’impegno messo che hanno consentito di arrivare all’obiettivo». Parole di ringraziamento sono arrivate anche dal primo cittadino della Capitale: «Mi congratulo con le forze dell’ordine – ha detto Ignazio Marino – che lavorando giorno e notte hanno assicurato alla giustizia i responsabili di tanto dolore, coloro che hanno strappato una giovane donna filippina, Corazon Abordo, al marito , alle figlie e a tutta la famiglia, devastando le loro vite. Rinnovo il mio sentimento di vicinanza a tutti loro – ha concluso il sindaco in una nota diffusa dal Campidoglio, – persone comuni che rientravano da una giornata di lavoro in una città dove, italiani e stranieri, vivono fianco a fianco in pace». Ricordando che il Campidoglio si costituirà parte civile nel processo, Marino ha concluso affermando che: «Chi vive al di fuori della legge non può trovare spazio nella nostra città».

 

1 giugno 2015