Bassetti: preghiera e lavoro, sulla strada delle Beatitudini

Il cardinale presidente della Cei ha presieduto la Messa a Santa Cecilia in Trastevere, nella festa di San Benedetto, patrono d'Europa. L'invito a lavorare per «l'unità della famiglia umana e della Chiesa». L'esempio del sindaco santo Giorgio La Pira

Il cardinale Gualtiero Bassetti raccomanda la preghiera e il lavoro quali uniche strade percorribili dall’Europa per rialzarsi dalla crisi scaturita con la pandemia e ispirandosi al sindaco santo Giorgio La Pira e a don Primo Mazzolari, indica le Beatitudini evangeliche quali rotta da seguire. Il presidente della Cei e arcivescovo di Perugia-Città della Pieve sabato 11 luglio ha presieduto la celebrazione eucaristica nella basilica di Santa Cecilia in Trastevere, alla quale è legato il suo titolo cardinalizio. Nel giorno in cui la Chiesa celebrava la memoria di san Benedetto, il porporato è tornato nel «sacro luogo dedicato alla martire Cecilia e carico di tante memorie storiche» tra quelle che definisce le «sue» monache benedettine, per invocare l’intercessione del santo, patrono d’Europa, per la rinascita dell’Italia e del continente. Le famiglie, i giovani, il lavoro, la ripresa dell’economia italiana al centro della liturgia promossa da alcuni movimenti ecclesiali, gruppi e associazioni laicali. All’altare il cardinale è stato affiancato dal vescovo ausiliare di Roma Guerino Di Tora e dal rettore della basilica monsignor Marco Frisina.

Durante l’omelia il presidente dei vescovi italiani ha esortato i cristiani a mostrare maggiore coraggio, a «rimboccarsi le maniche» e a mettersi a disposizione della comunità. Specie in una società che si ritrova a fare i conti con un «drammatico e complesso cambiamento d’epoca», il fedele è sollecitato a leggere e a «discernere i “segni dei tempi”». Questo, ha osservato il cardinale, è «il tempo dei profeti» che, nutriti della Parola di Dio, «sono in grado di leggere in profondità il mondo che cambia». Infatti, se si vogliono dare concrete risposte alle sfide imposte dal Covid-19 «non abbiamo bisogno soltanto di grandi esperti o di tecnici – ha avvertito Bassetti – ma di uomini e donne che si fanno “ambasciatori di Cristo”». Per essere quotidianamente un vero testimone del Vangelo, il cristiano deve incarnare le Beatitudini che Papa Francesco, ha ricordato Bassetti, definisce “la carta d’identità del cristiano”. «Perfino nella vita politica e nell’esercizio del potere, il cristiano è chiamato a rendere testimonianza a questo passo del Vangelo», ha rimarcato il cardinale, portando come esempio il venerabile sindaco di Firenze La Pira – figura alla quale ha ammesso di essere particolarmente legato -, che «è riuscito a vivere la politica come la beatitudine di colui che ha fame e sete di giustizia».

L’emergenza sanitaria ha scatenato «un terremoto mondiale» e in questa fase di ripresa, per il porporato, «ci troviamo di fronte a un bivio epocale: o noi ricostruiamo il mondo con questa fame di giustizia oppure assisteremo al declino della nostra civiltà come spettatori irrilevanti. Come uomini e donne, cioè, che non hanno più nulla da dire e da dare alla società contemporanea». Ma il cristiano è “il testimone” per antonomasia e deve quindi lavorare «per l’unità della famiglia umana e l’unità della Chiesa». Per scongiurare il rischio di una crisi epocale, il cardinale Bassetti ha infine invitato a seguire le orme di san Benedetto e cioè «pregare e lavorare per la rinascita del nostro Paese, del nostro continente e della nostra civiltà».

Prima della recita della preghiera a san Benedetto da Norcia scritta da san Giovanni Paolo II, Marco Palmisano, presidente del Club Santa Chiara – una delle associazioni promotrici della celebrazione eucaristica -, rivolgendo un saluto al cardinale ha auspicato che «in Italia possa rinascere anche una presenza di fedeli laici, sempre più consapevoli del dono del proprio battesimo».

13 luglio 2020