Bassetti: «La mancanza di lavoro toglie dignità ai giovani»

Il porporato, nuovo presidente della Cei, a tutto campo nella sua prima conferenza stampa: dai temi dell’immigrazione fino a quelli etici del “fine vita”

Il porporato, nuovo presidente della Cei, a tutto campo nella sua prima conferenza stampa: dai temi dell’immigrazione fino a quelli etici del “fine vita” 

«Mi sembra di essere un piccolo Davide dentro l’armatura di Saul, che doveva andare contro il gigante Golia, e con le cinque pietre del torrente ha fatto la sua battaglia. Da principio ero come sgomento, poi ho visto l’affetto dei vescovi, e altrettanto affetto da parte del Santo Padre, e allora mi sono sentito incoraggiato dai miei fratelli: insieme potremo ancora fare qualcosa di bello». Sono le parole del cardinale Gualtiero Bassetti, pronunciate oggi, 25 maggio, nel corso della sua prima conferenza stampa da presidente della Cei.

Quanto al fatto che la sua elezione
a presidente della Cei sia avvenuta al «tramonto» della sua vita (il cardinale ha 75 anni n.d.r.), Bassetti ha commentato: «Il tramonto è una cosa bellissima, è il preludio ad un nuovo giorno». Poi ha scherzato sulla sua elezione: «Ero particolarmente confidente sulla mia giovane età e pensavo: “Vediamo un po’ chi sarà eletto…”. Mi era giunta qualche voce ma non gli ho dato retta. Invece, l’interesse su di me si è sempre più accentuato, tanto che sono stato eletto alla prima votazione».

Ad una domanda sulla Chiesa come
«voce spesso inascoltata», di cui ha parlato il suo predecessore nella prolusione dell’Assemblea che si chiude oggi, Bassetti ha detto che «Bagnasco ha perfettamente ragione, spesso più che la nostra voce il nostro grido è stato inascoltato. Ma noi continueremo, continueremo questo grido – ha assicurato – perché non possiamo rimanere inerti di fronte ai problemi fondamentali della famiglia e dei giovani».

Sulla questione dei migranti, Bassetti è stato categorico: «Chi è profugo va accolto». Certo, ha precisato il cardinale, «è un discorso molto complesso all’interno del quale è da sempre presente un impegno grande, dall’Antico e dal Nuovo Testamento e lungo tutto il magistero della Chiesa: quello dell’accoglienza dello straniero, dell’orfano, della vedova». Capisco che l’Italia – ha continuato il porporato – «fa parte di un complesso più grande che è l’Europa, e che l’Europa fa parte di un complesso ancora più grande che è il mondo, capisco che siamo impreparati ad affrontare un problema epocale».

In questo contesto, «c’è un impegno della Chiesa nell’accoglienza, ma anche nelle regole necessarie per l’accoglienza», ha fatto notare Bassetti, elogiando l’iniziativa “Liberi di partire, liberi di restare”, promossa dalla Cei e per la quale sono già stati predisposti 30 milioni di euro. «Abbiamo assistito anche in questi giorni a cose che i nostri occhi non avrebbero voluto vedere», la denuncia del cardinale, secondo il quale «il Mediterraneo continua ad essere una tomba per tanti nostri fratelli». Altro tema scottante, all’ordine del giorno, la legge sul fine vita. Per Bassetti «la legislazione deve tenere molto più conto del medico, che è vicino, che assiste il malato, e che dovrebbe essere molto più considerato».

«Non diamo a queste persone l’assistenza
, la vicinanza, l’amicizia, l’affetto di cui avrebbero bisogno. Conosco famiglie con malati terminali o con la sla – la testimonianza personale – che li sostengono con il loro sorriso. Finché le persone hanno la percezione di essere un valore per l’altro, è sempre più difficile che arrivi a togliersi la vita, che è un atto estremo». Poi, il cardinale, stimolato da una domanda è passato a parlare dei giovani: «La mancanza di lavoro toglie loro la dignità». Per questo bisogna guardare loro «con un cuore di pastori».

«La prima preoccupazione, quando guardiamo ai nostri ragazzi, è che nessuno rubi loro la speranza, perché ci sono tanti lupi rapaci che fanno di tutto per rubare la speranza dal cuore dei giovani. Non è vero che l’unione fa la forza, se siamo tutti deboli: l’unione fa la forza se siamo forti», l’appello. L’auspicio è che «si attuino le condizioni per cui i giovani possano avere un lavoro, una missione nella vita. Ero già preoccupato per il 35% di disoccupazione giovanile in Umbria, ma ho scoperto che in certe regioni arriva al 50%”, ha affermato il cardinale, secondo il quale «quando un ragazzo è frustrato, per tre-quattro anni cerca un lavoro e tutti gli sbattono la porta in faccia, diventa apatico, non ha più il coraggio di continuare, e questo è terribile».

Una risorsa dei nostri territori è l’oratorio, che è «una ricchezza, un plusvalore», ha detto Bassetti rivelando che «per ben due o tre volte, nell’incontro riservato con noi vescovi in assemblea, il Papa ha sottolineato e ha fatto un discorso molto articolato sull’importanza degli oratori». Nella sua Umbria, ma non solo, ha testimoniato il cardinale, «oggi gli oratori sono uno strumento non solo pastorale, ma anche culturale, missionario».

 

 

25 maggio 2017