Bassetti: i settimanali cattolici, spazio di accoglienza e incontro

Il presidente Cei ha presieduto la Messa, nell’assemblea nazionale elettiva della Fisc. L’invito a un ascolto «oltre la pura cronaca, non passivo e distratto»

«La nostra casa non può che essere costruita attraverso un linguaggio puro e purificato, che sa farsi accoglienza e incontro». Il cardinale presidente della Cei Gualtiero Bassetti ha presieduto questa mattina, 22 novembre, a Roma, la Messa in occasione dell’assemblea elettiva nazionale della Federazione italiana dei settimanali cattolici (Fisc). «Ho presente per conoscenza diretta il contributo essenziale assicurato dai settimanali diocesani alla promozione e all’inclusione nella storia di questo nostro Paese», ha affermato il porporato, soffermandosi anzitutto sulla questione del linguaggio, «da subito determinante nella storia della Fisc e di estrema credibilità».

Dopo aver citato Giovanni Fallani, primo direttore del Sir e per anni segretario Fisc, Bassetti ha evidenziato che «attualmente, i riferimenti più diffusi, anche nei media, sono l’apparire, il consumare, l’acquistare». E la stessa informazione è vista «come un prodotto da vendere». La conseguenza, nelle parole del porporato, è «il progressivo svuotamento di significato di molte parole appartenenti al vocabolario della vita, della fede, della Chiesa». Le parole infatti «quando sono appesantite da chi ama più raccontare il proprio “ego” che raccontare “l’altro”, rendono difficile la comprensione del messaggio, non consentono la formazione di una corretta opinione pubblica e, nell’informazione religiosa, non riescono a comunicare appieno la vita ecclesiale e civile delle nostre comunità». Una deriva, quella descritta dal presidente della Cei, dalla quale è derivato «un analfabetismo, che impoverisce tutto e tutti». L’antidoto: la ricerca di «un linguaggio che consenta al messaggio di essere comprensibile e di “insegnare”».

Altra caratteristica essenziale – «l’inchiostro», lo ha definito Bassetti – dei settimanali cattolici è l’ascolto. «Non un ascolto passivo o distratto – ha proseguito – ma attivo e accogliente». Citando il documento dei vescovi italiani “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”, il porporato ha richiamato i settimanali cattolici a un «ascolto del territorio, ben oltre la pura cronaca. Ascolto delle persone, delle comunità. Del tempo che viviamo, che rischia di non avere più interpreti autorevoli, punti di riferimento in grado di decifrarlo e orientarlo». Secondo Bassetti, «l’ascolto è un atto necessario allo svolgersi della comunicazione e prevede, anzitutto, il silenzio, condizione indispensabile per ricevere ogni parola pronunciata e coglierne il significato». Non solo: è anche «essenziale per riscoprire la bellezza di un’appartenenza, di far parte di una comunità, di una Federazione», ha aggiunto. Di qui un incoraggiamento ai direttori: «Sappiate ascoltarvi con umiltà e pazienza; tendete a costruire reti di condivisione all’insegna della stima e della valorizzazione reciproca; guardate più in là dell’immediato, lasciandovi illuminare da quella Sapienza che, mentre aiuta a leggere il presente, sostiene nelle difficoltà e nella fatica, dando ali d’aquila al vostro servizio».

22 novembre 2019