Bartolomeo I: «Impossibile un mondo di pace e giustizia senza le religioni»

Il patriarca laureato honoris causa in filosofia con indirizzo Ecologia integrale all’Antonianum. Parolin: «Figura emblematica per la questione ambientale»

Si è svolta questa mattina, 21 ottobre, nell’Auditorium Antonianum l’inaugurazione dell’anno accademico della Pontificia Università Antonianum con la consegna del dottorato honoris causa al patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo da parte del ministro generale dell’ordine dei Frati Minori e Gran Cancelliere dell’Università, fratel Michael Anthony Perry.

L’appuntamento, aperto dai saluti del rettore Agustín Hernández Vidales e dei cardinali Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, e Peter Turkson, Prefetto del dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale (il ministro dell’Università Manfredi, ha inviato un messaggio augurale), è stato caratterizzato dalla “Laudatio” del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, e dalla lectio magistralis di Bartolomeo. Era presente anche il segretario per le relazioni con gli Stati Paul Gallagher mentre il cardinale vicario Angelo De Donatis ha a sua volta inviato un messaggio di saluto. Ridotta al minimo la presenza di partecipanti a causa delle misure anti Covid.

Nel corso degli anni il rapporto tra Papa Francesco e il patriarca di Costantinopoli è diventato sempre più intenso, al punto che il pontefice lo ha citato nell’enciclica Laudato Si’ e ha istituito la Giornata mondiale per il Creato su chiara ispirazione di Bartolomeo. E a questi aspetti ha fatto riferimento nel suo saluto il rettore Hernández Vidales: «La nostra università – ha detto rivolto al Patriarca – con questa celebrazione vuole onorare il suo impegno a favore della “casa comune”». Il rettore ha anche sottolineato che Bartolomeo è il primo laureato in filosofia con indirizzo in Ecologia integrale, la cui Licenza è stata appena formalmente approvata all’Antonianum. «È sul particolare aspetto dell’antropologia teologica, che papa Francesco richiama l’insegnamento del Patriarca di Costantinopoli – ha detto Turkson -. Si tratta cioè di quella radice spirituale della crisi ambientale mai sufficientemente sottolineata. La citazione – ha aggiunto – di testi del patriarca di Costantinopoli, assai insolita per il genere letterario delle encicliche papali, non intende solo rendere omaggio all’impegno pluriennale di Bartolomeo I, in favore della cura della casa comune; la sintonia che lega Bartolomeo e Francesco, ribadita nelle prima pagine della Laudato si’, anela a proporre un nuovo paradigma antropologico, cuore stesso del concetto di ecologia integrale». Dal canto suo, il cardinale Koch ha ricordato il «clima familiare» instaurato tra “Pietro e Andrea” e ha sottolineato come il fatto che la Laudatio sia stata affidata al segretario di Stato,  vaticano sia «un segno eloquente del nostro apprezzamento nei confronti della sua persona e del suo grande lavoro qui a Roma».

«A caratterizzare in modo preponderante il curriculum di Bartolomeo – ha affermato Parolin nella Laudatio – è indubbiamente la dimensione ecumenica. L’attenzione internazionale verso il patriarca ecumenico – ha proseguito – si è però animata soprattutto in occasione dei suoi interventi sui temi ambientali: la decisione di riprendere l’annuale messaggio per la cura del creato è solo una dimensione di un impegno continuativo. Bartolomeo I è dunque figura emblematica per la questione ambientale, per l’ecologia integrale che rappresenta una priorità alquanto attuale. Ed è figura emblematica per la questione ambientale da lungo tempo». Parolin ha ricordato che «per Bartolomeo I, la fede nella creazione stimola addirittura il processo ecumenico, costituisce cioè un ulteriore elemento comune, oltre quelli di natura dottrinale. La terra che abitiamo, la nostra casa comune, è infatti l’abitazione che condividiamo».

Nelle parole del segretario di Stato, «appare sempre più chiaramente che la questione ecologica e la questione antropologica sono strettamente interconnesse tra loro. Lo sottolinea con forza il patriarca di Costantinopoli, proprio in uno dei suoi primi commenti alla Laudato si’. L’intrinseco legame tra questione ecologica e questione antropologica non ha soltanto dei chiari risvolti teologico-pastorali nel pensiero del Patriarca – risvolti che trovano il loro punto di fuga nell’idea che l’abuso ambientale sia un vero e proprio peccato, contro Dio, contro l’umanità e contro la natura stessa – ma ha anche una ricca valenza filosofica, etica e antropologica al contempo. Un impegno culturale e spirituale, istituzionale e pastorale – ha concluso Parolin – che non manca di vedere nella questione ecologica anche una via verso l’unità dei cristiani».

Bartolomeo ha ricordato l’incontro di preghiera di ieri in Campidoglio, segno di collaborazione nelle «tante sfide che si presentano all’umanità». Ha quindi fatto riferimento alla «testimonianza sociale della Chiesa di Costantinopoli di fronte ai grandi problemi contemporanei del mondo». È stata «pioniera» su questioni sociali critiche come la cura del creato e la giustizia sociale. Negli ultimi anni con l’«allarmante degrado ambientale, con il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e l’inquinamento, insieme al crescente divario tra ricchi e poveri», la Chiesa «ha percepito i segni dei tempi e richiamato l’attenzione delle persone su problemi ecologici e sociali sottolineando l’urgenza di interventi mirati».

Il patriarca ha ribadito di aver «ripetutamente condannato l’abuso ambientale come null’altro che peccato. Prendersi cura dell’ambiente – ha detto – non è una questione politica, tecnologica o economica ma prima di tutto religiosa ed etica. Non possiamo vivere come individui isolati indifferenti agli eventi che ci circondano perché siamo esseri sociali. La ragione del progresso è falsa e inopportuna quando la casa dell’uomo viene distrutta e falcidiata la persona umana – ha sottolineato -. Con questo spirito benediciamo ogni iniziativa che contribuisca a un cambiamento radicale di mentalità. Siamo tutti colpevoli in tante cose. È inconcepibile che la politica sostenga scelte che funzionano a scapito dell’ambiente naturale ed ella coesione sociale. Neppure l’economia è giustificata a rimanere nel principio della massimizzazione della redditività quando è a scapito della società».

Infine Bartolomeo si è soffermato sul dialogo interreligioso e sui «travisamenti ideologici della religione. Ignoranza, intolleranza e violenza sono il fallimento e non l’essenza della vera religione – ha rilevato -, che si basa sempre sul rispetto dei valori e della dignità umani. È impossibile un mondo di pace e giustizia senza il contributo delle religioni. Per questo lavoriamo instancabilmente per ispirare leader e istituzioni a impegnarsi a un dialogo di pace a livello locale e internazionale. La religione è un fattore vitale nella costruzione di ponti e nella riconciliazione». Le Chiese devono essere «strumento di coesistenza pacifica, insegnando ai propri fedeli a rispettarsi e a lavorare insieme per un futuro migliore. Abbiamo bisogno gli uni dell’altro, di obiettivi comuni, di sforzi collaborativi» non di «muri basati su paura e ignoranza». Dobbiamo «essere critici verso tutto ciò che riduce gli esseri umani a consumatori; siamo chiamati a trovare il modo di evitare qualsiasi scontro di civiltà nel promuovere il dialogo per il bene di un mondo migliore».

21 ottobre 2020