Bartolomeo I da Davos: «Non c’è tempo per l’indecisione»

Al 50° World economic forum di Davos, dopo Greta Thunberg è il Patriarca ecumenico a chiedere una maggiore azione politica a favore della terra

50° World economic forum, a Davos. Dopo Greta Thunberg, è il Patriarca ecumenico Bartolomeo I a lanciare il suo monito, intervenendo al panel su “Come salvare il pianeta”. «Siamo tutti sulla stessa barca – le parole del primate -. Non c’è posto per l’indifferenza; e non c’è tempo per l’indecisione. Molti dei leader politici e globali del nostro mondo sono tra noi. Li esortiamo ad essere più ambiziosi nella loro legislazione e più tenaci nella loro azione». Un discorso, quello di Bartolomeo, nel quale risuona anche l’eco delle proteste di piazza dei giovani in tutto il mondo, dei quali in qualche modo si fa portavoce. «Abbiamo sentito i fatti; siamo stati informati dalla scienza; abbiamo previsioni sul futuro. A differenza delle generazioni precedenti, non abbiamo scuse; non possiamo affermare che non lo sapevamo – afferma -. Tuttavia, nonostante le informazioni a nostra disposizione, sta diventando abbondantemente chiaro che purtroppo si sta facendo troppo poco».

Nell’analisi del Patriarca, «esiste un enorme divario e un’immensa distanza tra la testa, il cuore e le mani». Di qui la richiesta all’establishment politico ed economico mondiale, riunito a Davos, di «colmare questa lacuna; avvicinare questa distanza». Il tempo stringe: «Abbiamo messo alla prova la sostenibilità del nostro mondo e abbiamo esaurito le risorse del nostro pianeta; abbiamo sfruttato la terra e portato prematuramente le specie all’estinzione; quel che è peggio, abbiamo esposto i più vulnerabili tra noi alle conseguenze del nostro consumo spericolato di energia». L’invito dunque è a «prestare attenzione allo slancio e alle proteste in tutto il mondo, non solo per coloro che soffrono dell’impatto dei cambiamenti climatici, ma anche per i giovani che implorano il loro futuro e chiedono solidarietà tra le generazioni. Il loro mondo – il nostro mondo – non è negoziabile! Il mondo sta aspettando; il mondo sta guardando». Per Bartolomeo, «siamo responsabili della nostra azione inadeguata e incoerente. Siamo responsabili del ruolo che abbiamo avuto nella difficile situazione dei rifugiati e del contributo che stiamo dando alle calamità naturali. Per qualche misteriosa connessione che non sempre comprendiamo (e talvolta scegliamo di ignorare), la terra ci ricorda la nostra vocazione a proteggere lei e le sue risorse naturali, a preservare e sostenere le generazioni future. Saremo giudicati – è la conclusione – dall’urgenza con cui rispondiamo alla crisi ecologica della nostra epoca».

21 gennaio 2020