Bartolomeo I ai preti romani: «La comunione tra le Chiese, cammino inarrestabile»

Gli oltre 70 sacerdoti in pellegrinaggio in Turchia con il vicario De Donatis e il vescovo Libanori hanno incontrato il patriarca nella cattedrale di San Giorgio. Don Carosi: «In un contesto islamico, ci rendiamo conto di essere lievito»

«Un bel momento di vita ecclesiale». È unanime l’opinione degli oltre settanta sacerdoti che stanno partecipando al pellegrinaggio in Turchia, dal 2 al 7 aprile, insieme al vicario Angelo De Donatis e al vescovo Daniele Libanori. Con loro anche un gruppo di laici guidati da don Savino Lombardi e da don Tonino Panfili, vicario episcopale per la vita consacrata.

L’avvenimento più atteso è stato senz’altro l’appuntamento con il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, che si è tenuto ieri mattina, 3 aprile. Un incontro avvenuto in semplicità nella cattedrale di San Giorgio. Il patriarca, in un clima sereno e affettuoso, ha evidenziato il percorso di progressivo avvicinamento delle Chiese, «un cammino inarrestabile, perché lo vuole Dio, e perché dobbiamo esser suoi testimoni in questo mondo disinteressato di Dio». E in questo contesto ha parlato della comunione di intenti con Papa Francesco: «I nostri incontri – ha ricordato -, la nostra comune perseveranza nel ricercare tutte le possibili vie per risolvere le questioni ancora irrisolte tra le nostre Chiese, sono stati contraddistinti da un grande rispetto reciproco, da una fiducia e da un vero amore cristiano vicendevole».

Bartolomeo I si è quindi soffermato sull’evento della Pasqua, augurandosi che un giorno le Chiese giungeranno a celebrarla in una data unica ma sostenendo che già oggi è importante che la centralità della festa sia comune a Oriente e a Occidente. Entusiasti i commenti dei sacerdoti a riguardo. «Personalmente Bartolomeo I mi ha trasmesso una immensa umiltà – dichiara don Alessandro Di Medio, viceparroco a San Francesco Saverio -, che riecheggia quella di Papa Francesco in tanti altri ambiti: questo spiega, a mio avviso, l’intesa tra i due. La delicatezza che il patriarca ha avuto nel riceverci con il saluto pasquale, pur trovandosi lui ancora nella Settimana Santa, mostra un tratto umano di accoglienza che mi ha lasciato una impressione molto positiva». «Nell’incontro di ieri – aggiunge don Tonino Panfili – abbiamo visto un protagonista della ricerca della comunione con le Chiese ortodosse e dell’unità con la Chiesa cattolica, un autore del dialogo con l’islam e con l’ebraismo. Ho visto nel patriarca di Costantinopoli una persona carismatica».

Il benvenuto ai sacerdoti era stato dato il giorno dell’arrivo dal vescovo Ruben Tierrablanca Gonzalez, frate minore, dal 2016 vicario apostolico dei cattolici di rito latino a Istanbul. Nel saluto, il vescovo messicano ha ricordato che questo luogo ha visto diversi Concilii ma anche lo scisma del 1054, e oggi è una scuola di pazienza e di speranza in cui si prega per l’unità. Infine ha lanciato un appello per richiedere vocazioni in questa diocesi di poco più di 16mila fedeli in un territorio che conta circa 15 milioni di abitanti.

«Questo pellegrinaggio è un’esperienza positiva – afferma don Simone Carosi, parroco di Santa Maria Stella Matutina -, innanzitutto per il fatto che siamo insieme tra sacerdoti, con il vicario e con monsignor Libanori. È bello poi trovarsi in un contesto islamico, laddove ci rendiamo conto di essere lievito, di avere una grande vicinanza con i musulmani. Il tutto contornato dai posti stupendi che stiamo visitando, che ci aiutano ad entrare ancor più nella profondità di questo viaggio». Nella prima giornata si è svolta la visita al palazzo Topkapi, passando davanti alla chiesa di Sant’Irene, sede del II Concilio ecumenico. Suggestiva ieri è stata anche l’escursione in battello sullo stretto del Bosforo. ll pellegrinaggio proseguirà con la visita a Smirne nella giornata di domani e si concluderà sabato 7 aprile con il rientro a Roma. (Francesco Indelicato, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale del tempo libero, turismo e sport)

4 aprile 2018