Bankitalia, il Lazio cresce meno dell’Italia

Secondo il rapporto annuale la regione fatica a decollare con Pil pari a un terzo della media nazionale. Coppotelli (Cisl): «Dati preoccupanti»

L’economia nel Lazio tarda a decollare. Secondo l’ultimo rapporto presentato dalla Banca d’Italia il Pil regionale fatica a crescere. L’economia nel comparto dei servizi nel 2018 è risultato in aumento dello 0,3%, valore più basso del +0,9% nazionale e in forte calo rispetto al dato regionale del 2017, quando l’aumento era stato pari a +1,2%. I servizi, nel Lazio, rappresentano l’85% del valore dell’economia e la crescita esigua ha influito sul dato complessivo.

Il rapporto di Banca d’Italia evidenzia che a gravare sono anche altri fattori: consumi non brillanti, investimenti modesti e quelli pubblici in forte calo, oltre -16% a fronte di un aumento in Italia dell’1,5%. Crescono «molto rapidamente» i bandi di gara e questo nel futuro potrebbe comportare una «trasformazione in opere pubbliche che spingano il settore delle costruzioni» che anche nell’anno appena trascorso ha chiuso in negativo.

Dall’analisi si evince che nel settore delle imprese la crescita nel comparto industriale è stata frenata dal calo delle esportazioni, che ha interessato soprattutto i principali settori di specializzazione regionale (mezzi di trasporto e chimico-farmaceutico). Per quel che riguarda il comparto immobiliare è proseguito l’aumento delle transazioni mentre i prezzi sono ulteriormente diminuiti, anche per la presenza di uno stock di rimanenze storicamente elevato. Per le imprese dei servizi la dinamica «è stata modesta, penalizzata dal rallentamento dei consumi, nonostante il comparto del turismo abbia proseguito a espandersi».

Nel 2018 le compravendite delle abitazioni hanno incassato +4,7%, a fronte di un calo dei prezzi delle abitazioni, pari a -1,6% . Debole anche la richiesta di finanziamenti delle imprese, in particolare per le attività d’investimento. Bene le redditività delle imprese. Commentando i dati economici il segretario generale della Cisl del Lazio Enrico Coppotelli non nasconde preoccupazione. «I dati – ha dichiarato  – impongono la necessità di spingere con ancora maggiore determinazione sui fattori di crescita dell’economia, e quindi su politiche industriali, sull’export, su un deciso rilancio degli investimenti pubblici, sul sostegno dell’occupazione, sulla digitalizzazione delle imprese. La notizia su un eventuale ripensamento da parte di Fca di produrre negli stabilimenti di Cassino nel Frusinate il D-SUV di Maserati, qualora fosse confermata, ci preoccuperebbe ancor di più: sostenere la produzione del settore dell’automotive nella nostra regione è e rimane strategico per la ricchezza del territorio che deve continuare a produrre innovazione e competenze umane e tecnologiche di altissimo profilo. Da parte nostra, nessun passo indietro è accettabile».

17 giugno 2019