Bangladesh, chiesa costruita dalla famiglia di una delle vittime di Dacca

L’opera realizzata tramite Acs Italia con i familiari di Simona Monti, uccisa nella Capitale bengalese mentre era incinta. L’udienza con Francesco

L’opera realizzata tramite Acs Italia con il contributo dei familiari di Simona Monti, uccisa nella Capitale bengalese mentre era incinta. L’udienza con Francesco

Papa Francesco incontra domani, mercoledì 22 febbraio, i familiari delle 9 vittime dell’attentato avvenuto a Dacca, Capitale del Bangladesh, tra il 1° e il 2 luglio 2016. Fra queste Simona Monti, 33enne reatina, uccisa mentre era in attesa di dare alla luce un bambino, la cui famiglia ha deciso di dare, in qualche modo, un senso a questa morte, contribuendo tramite la sezione italiana della fondazione Aiuto alla Chiesa che soffre alla costruzione della chiesa di San Michele ad Harintana, nel Bangladesh meridionale, diocesi di Khulna. Dopo 5 mesi di lavoro, la consacrazione è in programma per venerdì 24 febbraio.

Per i 125 cattolici di questo centro era necessario attraversare due fiumi per raggiungere una piccola chiesa in legno, lesionata e insufficiente ad accogliere l’intera comunità nelle celebrazioni festive. «In Bangladesh noi cristiani siamo molto pochi», scrive ad Acs Italia il vescovo di Khulna James Romen Boiragi: una minoranza pari allo 0,5%. Proprio per questo, prosegue il presule, «è molto importante testimoniare la cristianità. I fedeli vengono con fiducia per celebrare le festività ma anche per socializzare. Viviamo in un Paese in via di sviluppo e la nostra gente è molto povera. Molte persone che si sono convertite – prosegue – provengono dai Rishi, gli “intoccabili”, e dalla casta inferiore della comunità indù. Molte famiglie hanno a disposizione un solo pasto quotidiano. Non  possono pagare tasse scolastiche per i figli. I nostri missionari giocano un ruolo molto importante nella loro crescita spirituale, economica e sociale». Il presule però è convinto: «Senza il sostegno della comunità cristiana occidentale non potremmo far fronte alle nostre attività diocesane. E senza il vostro sostegno sarebbe stato impossibile costruire questa chiesa. Sono pertanto grato alla famiglia di Simona Monti e a tutti i benefattori di Acs Italia».

Per il direttore della sezione Italia di Acs Alessandro Monteduro, «rafforzare con i fatti le minoranze perseguitate rappresenta uno degli antidoti più potenti contro gli estremismi, in Bangladesh, in Medio Oriente, in Pakistan, nelle nazioni dell’Africa continentale e altrove, senza dimenticare la nostra Europa». Questa la spinta che ha mosso la famiglia Monti e tanti altri benefattori della fondazione: «Abbiamo risposto con l’arma della speranza alla feroce violenza del terrorismo – prosegue Monteduro -. Il fatto che dopo appena cinque mesi 125 cattolici del villaggio di Harintana avranno il loro luogo di culto è una concreta azione di sostegno a chi quotidianamente subisce la persecuzione e l’oppressione».

21 febbraio 2017