Bambino Gesù: i bambini di Gaza ricoverati, «goccia di speranza»

Il presidente dell’Ospedale pediatrico ha accolto i 4 giovani pazienti della Striscia. Padre Faltas (Custodia di Terra Santa): «Li abbiamo tirati fuori dall’inferno»

Hanno 2, 4, 13 e 15 anni i bambini arrivati nella sera del 29 gennaio all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma dall’Egitto, insieme ai loro accompagnatori, con un volo speciale dell’Aeronautica militare. Bambini della Striscia di Gaza, dove ora «non ci sono ospedali». Lo ha sottolineato il presidente del Bambino Gesù Tiziano Onesti, accogliendoli nel pomeriggio di ieri, 30 gennaio, parlando del loro arrivo come di «una goccia di speranza rispetto alla situazione attuale. Noi – ha detto – sentiamo l’esigenza di curarli, proprio come sentimento di vicinanza forte, a prescindere dalla religione, a prescindere da tutto, perché è la vita questa e noi siamo per la vita come sempre. Ce sono tanti altri a Gaza che non dobbiamo dimenticare – ha ricordato -. I 4 resteranno qui il tempo necessario».

Nell’ospedale pediatrico della Santa Sede i piccoli – 3 bambini e 1 ragazza – sono stati accolti e, dopo la valutazione delle patologie da cui sono affetti, sono stati ricoverati nei reparti di cardiologia, ematologia, ortopedia e neurologia. Onesti ha ribadito l’impegno del Bambino Gesù di dare loro assistenza, nel rispetto del diritto fondamentale alla salute. «Vorremmo fare molto di più – ha aggiunto – e siamo sempre a disposizione». Con lui, a salutare i bambini di Gaza c’erano anche l’ambasciatore di Palestina presso la Santa Sede Issa Kassissieh e padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa che, parlando ai giornalisti presenti, ha ricordato che il progetto di portare in Italia questi bambini «è nato proprio qui al Bambino Gesù. All’inizio la lista prevedeva 100 bambini con i rispettivi accompagnatori, ma per ora ne abbiamo portati 11 con 13 accompagnatori». Un risultato per il quale «abbiamo parlato con le autorità palestinesi, egiziane, israeliane e italiane».

Ripetendo le parole degli accompagnatori dei piccoli pazienti, il francescano ha ribadito: «Li abbiamo tirati fuori dall’inferno. Adesso che sono qui sono contenti, sorridono – ha aggiunto -. Nessuno di loro avrebbe mai potuto immaginare di uscire da Gaza e arrivare in Italia. Il Bambino Gesù accoglie tutti, nessuno escluso. Questi bambini sono tutti musulmani». A loro è arrivata la solidarietà dei bambini palestinesi della Scuola di Terra Santa di Gerusalemme, diretta dallo stesso padre Faltas: dei doni, consegnati dal vicario custodiale.

Soddisfazione anche nelle parole dell’ambasciatore di Palestina presso la Santa Sede Issa Kassissieh: «Ringrazio a nome delle autorità palestinesi per questo gesto compiuto verso i nostri bambini. È un gesto di speranza in questa triste situazione. È una luce in fondo al tunnel. Preghiamo per la Terra Santa, preghiamo per la pace affinché si possa uscire da questa situazione terribile».

Interpellato sulla notizia di un possibile accordo per una tregua nei combattimenti, in cambio del rilascio degli ostaggi israeliani, padre Faltas ha commentato: «È ciò che vogliamo. A oggi contiamo oltre 26mila morti, 65mila feriti che non possono essere curati per mancanza di ospedali, distrutti. Oltre 1.200 i morti israeliani. La comunità internazionale intervenga per fermare questa guerra – l’appello -. Se non adesso quando? I potenti della terra fermino la guerra. La soluzione è “due popoli due Stati”, l’unica possibile e ancora praticabile».

31 gennaio 2024