Bambino Gesù, “A scuola di salute” dedicato all’adolescenza

Nel nuovo numero del magazine digitale, consigli dalle vaccinazioni all’acne, dall’ansia alla dipendenza da smartphone. Il ruolo di genitori, medici e insegnanti quando il tumore entra in classe

L’adolescenza è uno dei momenti chiave della crescita non solo di bambini e ragazzi ma anche dei genitori che vivono in prima persona le diverse tappe dello sviluppo dei propri figli. È il tema affrontato nell’ultimo numero di “A Scuola di salute“, il magazine digitale realizzato dall’istituto Bambino Gesù per la salute del bambino e dell’adolescente, diretto da Alberto Ugazio. A cominciare dal capitolo relativo alle vaccinazioni, che non riguardano solo lattanti o bambini piccoli. Nel Piano nazionale delle vaccinazioni italiano si suggerisce ai ragazzi il richiamo di vaccini già eseguiti nell’infanzia ed è raccomandata la vaccinazione antimeningococcica di richiamo con un vaccino quadrivalente. Inoltre, prima dell’inizio dell’attività sessuale, è consigliata la vaccinazione anche contro il gruppo dei papilloma virus.

In adolescenza anche l’acne giovanile può creare problemi, riflettendosi sul rapporto con genitori o coetanei, fino al completo isolamento. L’acne giovanile, spiegano gli esperti dell’ospedale della Santa Sede, è dovuta a uno stimolo delle ghiandole sebacee da parte degli androgeni, ormoni maschili presenti in entrambi i sessi. Nonostante la sua benignità, l’acne comporta disagi estetici con ripercussioni psicologiche importanti.

Ancora, il magazine disponibile online riferisce di una ricerca condotta dall’Osservatorio nazionale adolescenza sulla dipendenza creata dall’utilizzo di smartphone e tablet, dalla quale è emerso che il 98% dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni possiede uno smartphone già a partire dai 10 anni. a tal proposito gli esperti del Bambino Gesù sarebbe meglio usare solo alcune app dedicate all’infanzia e gli e-book, così da educare all’utilizzo con gradualità.

Nel corso dell’adolescenza, anche se di rado, ci si può ammalare di tumore: una condizione che blocca lo sviluppo naturale e che porta a stare lontani dai banchi di scuola almeno 7 mesi tra ospedalizzazioni, dimissioni, controlli ambulatoriali e visite specialistiche. Ogni anno il Bambino Gesù accoglie circa 70 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 12 e i 18 anni, colpiti da questo tipo di patologie. La differenza tra il “prima” e il “dopo” le cure, spiegano gli esperti,  può attenuarsi grazie alla domiciliazione scolastica, un progetto integrato tra distretto scolastico e ospedale a supporto degli insegnanti durante il ricovero e a casa. Il ragazzo potrà riannodare i fili della sua vita anche in caso di malattie con percorso complicato, quando il rientro potrebbe rivelarsi più traumatico a causa di possibili trasformazioni fisiche, ansie o depressioni originate dalla malattia. L’impatto psicologico che ne deriva, concludono gli specialisti del Bambino Gesù, colpisce anche i compagni di classe e gli insegnanti del ragazzo ammalato: sarà importante aiutarli con un’informazione adeguata attraverso vari incontri con oncologi e psicologi che hanno in cura il paziente.

7 giugno 2018