Baldisseri: L’uomo «eccentrico» nel cuore dell’Amoris Laetitia

Il segretario del Sinodo, a San Tommaso Moro, ha approfondito l’Esortazione di Francesco, in cui «dottrina e misericordia» non sono disgiunte

Il segretario del Sinodo dei vescovi, a San Tommaso Moro, ha approfondito l’Esortazione di Francesco in cui «dottrina e misericordia» non sono disgiunte

Un documento che parla alla coscienza degli uomini del nostro tempo, attraverso la forza dell’amore. Per il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, risiede in questo il nucleo fondamentale dell’Esortazione apostolica Amoris Laetitia di Papa Francesco. Ne ha parlato, in un lungo incontro, giovedì 26 maggio a San Tommaso Moro. Invitato dal parroco, monsignor Andrea Celli, a incontrare i giovani della scuola politica della parrocchia di via dei Marrucini, il porporato ha approfondito gli aspetti più importanti del documento «in grado – ha sottolineato – di parlare un linguaggio di vita quotidiana».

Un intervento, quello del cardinale, rivolto espressamente ai giovani, «a voi che non solo vivete da protagonisti la vostra vita famigliare come figli, ma molto probabilmente vi preparate a costruire voi stessi una famiglia» e «vi state interrogando sul come gettare le fondamenta affinché essa possa rispondere ai vostri desideri e alle vostre attese». Amoris Laetitia, può fornire «delle indicazioni molto precise, e allo stesso tempo concrete, affinché quella costruzione cresca solida e ben ordinata». Come? Innanzitutto scoprendo cos’è davvero l’amore e come esso rende l’uomo una «persona davvero realizzata nella sua vita».

“Eccentrico” è la parola chiave da questo punto di vista. Per il cardinale, l’uomo è tale non tanto nel senso che lo intende come bizzarro o stravagante, ma nel senso che «egli realizza davvero se stesso quando scopre che la pienezza del suo esistere sta ne suo essere “fuori di sé” e vive coerentemente ciò che ha scoperto». Il centro dell’uomo è quindi fuori di lui, è nell’altro, nell’altra. «Per chi crede, è nell’Altro con la A maiuscola; è in Dio». Diventiamo, quindi, veramente noi stessi «solo se e quando mettiamo l’altro al centro della nostra vita». Questo è l’amore che dà senso all’esistere, per Baldisseri, questo è l’amore di cui parla Francesco nell’Esortazione post Sinodale.

Se leggiamo attraverso questo concetto tutti i capitoli del documento, esso si mostra in tutta la sua coerenza e dolcezza anche in quelle parti che hanno suscitato più discussioni. L’ottavo capitolo ad esempio, in cui si parla della necessità del discernimento per accompagnare ed integrare la fragilità. Qui Francesco volge la sua attenzione anche a quei fedeli che sono divorziati risposati. «Il Papa ci dice di accompagnarli pazientemente, facendo seguire un attento e maturo discernimento» affinché a diverse situazioni corrispondano diverse soluzioni.

Baldisseri ha tenuto però a sottolineare come questo cammino di discernimento «non porta ad abbassare le esigenze del Vangelo, come se prevalesse la semplice opinione personale di chi lo esercita». Il cardinale non ha fatto riferimento esplicito alle critiche che questa parte dell’Esortazione ha sollevato, anche all’interno della Chiesa. Ha concluso, però, ricordando l’omelia tenuta da Francesco a Santa Marta sabato scorso. Il Papa ha parlato di due episodi raccontati nel Vangelo. Nel primo, i sadducei «dottori della legge, teologi potremmo dire oggi – ha spiegato Baldisseri -, sempre pronti a far scivolare Gesù su questioni dottrinali» gli chiedono di chi sarà moglie nell’aldilà una donna che ha sposato sette fratelli.

Nel secondo, sempre queste «persone
staccate dal popolo di Dio, che si ritenevano illuminati» chiedono se è lecito ripudiare una donna. In entrambi i casi, la risposta di Gesù «si basa sulla pienezza del matrimonio che è vincolo stabile e indissolubile». Cristo «presenta questa verità nella sua interezza, tenendo però in conto anche la “debolezza umana”. Lascia la porta aperta alla misericordia di Dio». Egli, ha concluso il cardinale, «riafferma la verità e, allo stesso tempo, mostra comprensione con i peccatori, con i deboli», «trattando – come testimoniano altri episodi del Vangelo – con delicatezza anche gli adulteri».

 

26 maggio 2016