Azzardo, il Forum: «Le famiglie lasciate sole»
La vice presidente Emma Ciccarelli: forti perplessità sul decreto in approvazione, ancora «inquinato da ambiguità». A partire dalla terminologia
C’era la vice presidente Emma Ciccarelli a rappresentare il Forum nazionale delle associazioni familiari ieri, 5 settembre, a Milano, alla tavola rotonda sul gioco d’azzardo che si è tenuta alla presenza del sottosegretario Pierpaolo Baretta. E a nome del Forum ha espresso forti perplessità sul decreto legislativo sul gioco d’azzardo che si avvia ad essere approvato domani, 7 settembre, in occasione della Conferenza unificata Stato-Regioni. «Riteniamo – le parole di Ciccarelli – che la nuova normativa sia ancora inquinata da ambiguità, a partire dall’uso delle terminologie, che consentono di legittimare l’azzardo come gioco pubblico e che pertanto appaiono ingannevoli della buona fede delle famiglie».
Ancora, nel decreto in approvazione «non si prevede il finanziamento dei servizi sociali e sanitari per il sostegno ai nuclei familiari vittime del gioco d’azzardo patologico – prosegue la vice presidente del Forum -. E ancora una volta le famiglie saranno lasciate sole a gestire queste dipendenze». Per Ciccarelli, «le decisioni che il governo sta prendendo sono ancora ambigue e poco rassicuranti per le famiglie. L’accordo per la riorganizzazione della rete di vendita dell’azzardo “legale” ha tanti punti fragili che richiedono correttivi che rendano più accettabile il documento e mettano veramente al centro la tutela della salute e del benessere delle persone».
Contemporaneamente, il Forum chiede anche «uno studio articolato e dettagliato degli effettivi costi sociali che genera la dipendenza da gioco d’azzardo e della predisposizione di opportuni servizi di supporto alle famiglie che cadono in queste dipendenze. Chiediamo anche che venga previsto, come misura riparativa pur parziale alla diffusione del prestito illegale ai giocatori, l’estensione alle famiglie della possibilità di accesso alla misura dell’art. 14 della legge antiusura». Insomma, conclude Ciccarelli, «le posizioni sono ancora distanti e il testo che sta per essere presentato non ci convince, sembra fatto per nascondere l’intenzione dello Stato di continuare a lucrare sui drammi delle famiglie».
6 settembre 2017