Avsi in Siria, accanto ai poveri

Nuovo progetto di emergenza per sostenere oltre 1.500 persone, 500 delle quali curate gratuitamente negli “Ospedali aperti” voluti dal nunzio Zenari

Garantire aiuti immediati, entro gennaio 2021, a oltre 1.500 siriani nell’area di Damasco, attraverso la consegna di denaro o voucher per acquistare cibo sufficiente a coprire il fabbisogno alimentare per due mesi (142 dollari americani per una famiglia composta da cinque membri, seguendo gli indicatori forniti dalle Nazioni Unite e dal Ministero per gli affari sociali e il lavoro siriano) e di “dignity kit” contenenti prodotti dedicati alla salute e all’igiene femminile. È l’obiettivo del progetto di emergenza avviato nel giugno scorso ad Avsi in Siria, sostenuto dalle Nazioni Unite e dai volontari della Mezzaluna Rossa arabo siriana. Tra i destinatari dell’iniziative, oltre 500 persone già curate gratuitamente nei tre ospedali cattolici del progetto “Ospedali Aperti” – quelli italiano e francese a Damasco e il St. Louis di Aleppo -, voluto dal nunzio apostolico in Siria il cardinale Mario Zenari, che dalle pagine web dell’organizzazione rivolge ancora una volta il suo appello a «non dimenticare la Siria».

La pandemia di coronavirus che attanaglia il mondo sta aggravando la situazione già difficile del Paese, soprattutto per i più vulnerabili: sfollati interni, malati cronici, persone con disabilità, donne capofamiglia. Proprio per questo il programma di intervento prevede anche una campagna di sensibilizzazione per la prevenzione del contagio da Covid-19 condotta dai volontari della Mezzaluna Rossa. Tra le persone più vulnerabili, anche Lidia Al Nemer, 14 anni, originaria di Idlib, beneficiaria del progetto insieme alla sua famiglia. Oggi, raccontano da Acsi, Lidia vive con i genitori e due fratelli più grandi a Jaramana, non lontano da Damasco. A provvedere ai bisogni della famiglia è il fratello diciottenne dal momento che né il padre di Lidia, che soffre di tubercolosi polmonare, né uno dei fratelli maggiori, affetto da un disturbo visivo, sono in grado di lavorare. Le spese mediche dei due sono state prese in carico e sostenute dal progetto “Ospedali Aperti”, che ha permesso a più di 37mila siriani poveri di curarsi gratuitamente.

Durante il lockdown dovuto all’emergenza sanitaria in corso, il lavoro si è interrotto per due mesi e la famiglia, priva di entrate, ha chiesto aiuto ad alcuni amici per acquistare medicine, generi alimentari e i libri scolastici di Lidia. Vitale dunque l’inserimento nel progetto. «Siamo veramente grati ad Avsi per le cure e l’assistenza che abbiamo ricevuto – racconta la mamma di Lidia -. Questi aiuti permetteranno alla famiglia di risollevarsi e a Lidia di studiare per realizzare il suo sogno: diventare assistente sociale e aiutare i bambini che, come lei, hanno sofferto di traumi psicologici dovuti alla grave crisi che ormai da più di 9 anni affligge la Siria».

24 settembre 2020