“Auxilium” e istituzioni insieme per una “città educante”

In Campidoglio la tavola rotonda promossa dalla Pontificia Facoltà di Scienze dell’educazione, nell’ambito delle iniziative per i 150 anni delle Figlie di Maria Ausiliatrice. La sfida delle periferie

Porsi in ascolto delle istituzioni del territorio per confrontarsi con le “domande” educative di oggi e individuare prospettive di risposta. Se ne è parlato in Campidoglio ieri, 14 giugno, nella tavola rotonda “Facoltà «Auxilium»: prospettive al femminile per Roma città educante”, promossa dalla Pontificia Facoltà di Scienze dell’educazione Auxilium in collaborazione con i municipi XIII e XIV di Roma Capitale, nell’ambito degli eventi per il 150° di fondazione dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (1872-2022), fin dagli inizi dedito all’educazione dei giovani e delle giovani, specie delle più svantaggiate. L’obiettivo: avviare un dialogo tra le istituzioni per fare di Roma una “città educante”, capace di offrire percorsi di crescita e di formazione, anche nelle zone periferiche.

Dell’educazione come «principale strumento per promuovere una città più giusta» ha parlato, portando il suo saluto in apertura dei lavori, l’assessore capitolino Claudia Pratelli (Scuola, formazione e lavoro), evidenziando l’importanza di «favorire strategie comuni capaci di mettere in relazione i luoghi del sapere con la città, in una continua e reciproca contaminazione». In questo senso, ha aggiunto, «la missione educativa delle Figlie di Maria Ausiliatrice è molto preziosa per Roma». Sulla stessa linea anche madre Chiara Cazzuola, superiora generale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e Gran Cancelliere della Facoltà Auxilium, che nel suo indirizzo di saluto ha sottolineato il valore di pensare e operare in rete tra le istituzioni a favore dell’educazione, «via efficace per umanizzare il mondo e la storia, questione di amore e di corresponsabilità che si propone come antidoto all’individualismo, allo scarto, al sentirsi senza appartenenze». Quindi, spazio alla tavola rotonda, moderata da Andrea Zapparoli, esperto in disagio giovanile e dipendenze.

A dare il via ai lavori, la presentazione dei dati storici che documentano sin dal 1891 la presenza delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) nella Capitale. «A Roma hanno preferito le periferie urbane e umane: qui si è portato il rispetto per ogni persona, il senso del dovere e del bene comune. Molte di quelle case ora sono parte integrante della città, alle prese con nuove forme di povertà e sfide educative», ha spiegato Grazia Loparco, docente di Storia della Chiesa all’Auxilium. Dal quartiere popolare di Castro Pretorio a Trastevere, tra le povere casette di allora; da via Appia Nuova a Testaccio; da Tuscolano a Tor Bella Monaca. A Roma, oggi, le comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice sono 16, oltre a quelle dei Salesiani di Don Bosco. Altro momento centrale della presenza delle FMA a Roma è il 1978, quando in un’altra periferia, quella dopo Casalotti, dove mancavano scuole e servizi, è sorta la prima Facoltà Pontificia affidata a donne, dedita alla formazione di figure educative. «Oggi la Facoltà Auxilium, sul nostro territorio, costituisce un “polo” capace di invertire la prospettiva che spinge solitamente in direzione centripeta nella ricerca delle eccellenze formative – ha commentato il presidente del municipio XIV Marco Della Porta -. Non rappresenta solo un presidio culturale ma anche valoriale e di genere, ospitando una comunità nella comunità, con una forte vocazione internazionale».

Per Sabrina Giuseppetti, presidente del municipio XIII, «educare alle prospettive al femminile significa educare a una società equa, promotrice di bagagli valoriali che diano spessore al tessuto relazionale». L’educazione integrale della persona, con attenzione particolare alle risorse delle donne a servizio della comunità civile, rappresenta dunque un fattore imprescindibile per un impegno a favore di una “città educante”, «capace – ha aggiunto – di guardare alla costruzione di relazioni che diventano “sistema” di relazioni, il tutto con una consapevolezza di base: ogni persona può cambiare e contribuire a migliorare il sistema di appartenenza e di conseguenza i sistemi correlati». Un impegno del quale ha parlato la preside dell’Auxilium Piera Ruffinatto, evidenziando la dimensione progettuale e totalizzante della professione educativa. I tempi che stiamo vivendo infatti «fortemente sfidati dal post-pandemia, dai conflitti, dalla crisi economica e sociale, si ripercuotono sulle nuove generazioni, ipotecandone il futuro – ha rilevato -. Per questo è necessario stringere un’alleanza nella quale ciascuno e ciascuna di noi offra il suo apporto per comprendere criticamente e governare con lungimiranza la radicale transizione in atto».

15 giugno 2022