Autonomia differenziata, Acli: «Il governo fermi il ddl Calderoli»

Il vicepresidente Russo alla vigilia della discussione in Senato: «Se approvato, genererebbe una forma di Stato non più unitario. In dubbio la tenuta del principio di uguaglianza»

«Siamo contrari a una autonomia differenziata che, una volta approvata, genererebbe una forma di Stato non più unitario». A esprimere la posizione delle Acli sul disegno di legge Calderoli – che ieri pomeriggio, 16 gennaio, è approdato in Senato – è il vicepresidente Antonio Russo. L’associazione non ha mai espresso un giudizio negativo sul principio di forme di regionalismo solidale contenuto nella Carta, ma «si oppone fortemente a un’idea di autonomia territoriale competitiva, concorrente e appropriativa, contenuta nel disegno di legge», ricordano in una nota.

«Siamo convinti – prosegue Russo – che non solo il Mezzogiorno sarebbe penalizzato dalla riforma a regime, ma l’intero Paese nel quale verrebbe persino messa in dubbio la tenuta del principio di uguaglianza, contenuto nell’articolo 3 della nostra Costituzione. La possibile attribuzione alle Regioni di 23 materie di competenza esclusiva modificherebbe di fatto il volto e la stessa identità del Paese, abbandonando una parte dello stesso a un ritardo incolmabile che istituzionalizzerebbe le disuguaglianze già oggi evidenti», rileva.

Le Acli fanno appello quindi al governo e alla maggioranza che lo sostiene affinché fermino «questa pericolosa deriva» e portino invece a compimento «riforme e iniziative che riducano le differenze tra i territori. Non si perda l’occasione – conclude il vicepresidente – di unire il Paese piuttosto che dividerlo in 21 Regioni-Stato di memoria neofeudale che niente hanno a che vedere con l’Italia che sogniamo».

17 gennaio 2024